Complimenti ad Angelo Paratico, di cui già a Maggio 2019 avevamo dato notizia dell’uscita in lingua italiana del suo romanzo controverso La settima fata (Edizioni Gingko), fresco vincitore – proprio con questo suo romanzo breve – del prestigioso premio letterario Milano International. Rivolgiamo all’autore qualche domanda:
Che cosa è successo da quando il suo amico cinese le consigliò di non far uscire il libro ad Hong Kong? Mi ricordo che la presentazione saltò…
A Hong Kong ci si sente molto lontani dalla Cina popolare, ma in Italia, scrivendo in lingua italiana, questa distanza aumenta.
E le famose cento copie della prima edizione assoluta – in lingua inglese – del libro?
Quelle in inglese le avevo buttate in un cassonetto. Ora l’ho fatto uscire in lingua italiana. Gli avvenimenti narrati nel libro si svolgeranno solo durante la prima settimana di gennaio del 2020. Scrivevo di manifestanti per le strade di Hong Kong per criticare e insultare il presidente cinese, ma non avrei mai immaginato il livello di violenza attuale.
Come mai ha pensato di tradurlo in Italiano?
Pensavo di aver cancellato il file RTF in lingua inglese, ma un giorno, scaricando il mio telefonino sul computer per salvare delle foto, ecco apparire un “The Seventh Fairy” qualche giorno dopo ho pensato di tradurlo in italiano e pubblicarlo.
Non pensa di aver sottovalutato la reazione dei cinesi?
La miglior arma per loro, e per altri, è l’indifferenza. Non dimentichiamo però che io do una immagine ottima del presidente della Cina. Il problema è che fornisco anche dettagli sulla sua vita personale, che erano filtrati nella stampa occidentale ma che in Cina vengono considerati “segreto di Stato” e ne viene proibita la divulgazione.
Nell’edizione italiana si fanno nomi e cognomi?
Certo, come in quella inglese. Sono parte della storia. Unica eccezione è l’Ambasciatore d’Italia a Pechino, che ora si trova a Roma, come direttore della segreteria del ministro degli esteri Luigi Di Maio.
Ha avuto dei riconoscimenti per la pubblicazione di questo romanzo breve?
Sì, al premio Letterario Milano International. La premiazione avverrà sabato 23 novembre 2019 ma io dovrò partire per Hong Kong e non posso rimandare questo impegno. Ho chiesto al mio amico Luciano Garibaldi di andarci al mio posto.
Ci potrebbe essere un seguito?
Per ora no. Mi sono accorto che il peggior lavoro che uno scrittore possa fare è quello dell’editore. Non c’è spazio per la propria creatività, bisogna prendersi cura di quella degli altri autori, quelli vivi e quelli morti.