Alle nostre latitudini, c’è un sostanziale disinteresse verso un romanzo, American Dirt, di Jeanine Cummins (New York, Flatiron Books, 2020) che invece sul finire del Gennaio 2020 sta infiammando i media americani. Eppure il libro è uscito anche in Italia, con il titolo Il sale della Terra (Milano, Feltrinelli, 2020). L’argomento “proibito” è l’immigrazione messicana, che è in effetti tra i temi più sensibili dell’attuale mandato del presidente Donald J. Trump.
Il libro è stato ferocemente attaccato perché darebbe un’immagine banale e stereotipata dell’immigrato messicano. Dipingendolo solo nella sua miseria, come un individuo che in generale ha solo bisogno di aiuto e “non può dare nulla all’America” senza vedere l’altra faccia della medaglia, cioè “cosa invece possa dare all’America”. Le comunità messicane, ma anche fior di intellettuali, sono tutti sul piede di guerra. Oltretutto è venuto fuori che l’autrice (tra l’altro, bianca e non di origini messicane) ha avuto un anticipo di un milione di dollari, somma che generalmente non viene corrisposta ad un autore messicano in America. L’autrice ha subito non solo critiche ma anche minacce di morte ed il suo caso ha raggiunto la ribalta nazionale.
La polemica non sta attecchendo in Italia. Noi viviamo situazioni analoghe, per la verità, ma con altri interpreti. È come se durante una guerra in Italia un autore proponesse ad un editore nostrano un libro su un’altra guerra, in un’altra parte del mondo. Ad ogni modo il cacciatore di libri deve monitorare con attenzione il libro, perché la situazione potrebbe avere sviluppi inattesi.
[Si ringrazia A. C. per la pronta segnalazione]