"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

Segnalazione Flash / “La festa del Parco Lambro” di Franco Ortolani

Il colore del Beat è verde!

La festa del Parco Lambro, di Franco Ortolani (Padova, Mastrogiacomo-Images 70, 1978)

La festa del Parco Lambro, di Franco Ortolani (Padova, Mastrogiacomo-Images 70, 1978). Quando si parla di cultura Beat, contestazione giovanile,’68 e post ’68, uno dei libri più ricercati dai collezionisti e dai cacciatori di libri è sicuramente questo.

Il libro è il documento della sesta edizione della Festa del Proletariato Giovanile che si tenne al Parco Lambro di Milano nel 1976. Organizzavano gli eventi la storica rivista Re Nudo, Il pane e le rose, la Rivista Anarchica, il Partito Radicale ed altri soggetti “all’epoca” alternativi, se così ci si può esprimere.

Scrive l’introduzione di questo vero e proprio libro cult generazionale Marisa Rusconi, giornalista e scrittrice milanese (scomparsa nel 1999) autrice, tra l’altro, di La droga e il sistema (Feltrinelli, 1972) con Guido Blumir, più volte ristampato.

La festa del Parco Lambro è interamente illustrato dalle foto di Franco Ortolani, con istantanee che ritraggono per la maggior parte i volti e i corpi nudi dei protagonisti, hippies, naturisti, figli dei fiori che nel giugno del 1976 animarono le cronache milanesi: basta andarsi a leggere le cronache del tempo per farsi un’idea dei tafferugli e del disordine che provocarono, tutte provocazioni che ovviamente erano volute in partenza. Facevano parte del gioco.

La rivista Re Nudo di Andrea Valcarenghi fa da cassa di amplificazione per quanto riguarda la cultura alternativa e underground a partire dai primi anni ’70 in Italia. Appoggiandosi al Partito Radicale e a vari centri culturali borderline di Milano cerca addirittura di replicare una seconda Woodstock in Italia. E si dà così vita alle Feste del Proletariato Giovanile puntando molto sulla partecipazione di musicisti sia affermati che esordienti. Dal 1974 al ’76 calcheranno la scena milanese nomi come Franco Battiato, Alan Sorrenti, i Living Theatre e la Premiata Forneria Marconi. Ma alla fine non si raggiungerà il coinvolgimento mediatico e la risonanza auspicata. E il clamore iniziale andrà via via spegnendosi.

La stessa Marisa Rusconi, scrive nell’introduzione al libro (marzo 1978):

Parco Lambro ’76, fu chiaro anche per gli ex figli dei fiori trapiantati in Italia, che la rivoluzione non era dietro l’angolo. ‘Questa festa ha segnato la fine del ’68’ fu il refrain che si sentì ripetere fino alla nausea nei giorni successivi al festival. Dalla stampa borghese, dalla stampa della sinistra già non più extraparlamentare e da quella ancora extraparlamentare […]

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