La copertina è inconfondibile!
Ogni tato appare su eBay una copia in vendita del controverso Lasciate che i bimbi, di Luther Blissett (Roma, Castelvecchi, 1997). Libro che reca il sottotitolo Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe.
Libro scomparso dalla circolazione e mai più ristampato. D’altra parte non ce n’è bisogno. Il testo risulta integralmente disponibile su vari siti internet. L’analisi di questo scritto rispecchia in maniera esemplare l’intento di un progetto come Luther Blissett. Si parla del caso di tre giovani bolognesi arrestati nel gennaio del 1996 nell’ambito dell’indagine dei cosiddetti “Bambini di Satana”, una setta non meglio identificata e dagli scopi non chiari. Verrà quasi da subito etichettata dagli organi di informazione come “una maxi inchiesta su satanismo e pedofilia”.
Luther Blissett intende invece mettere in risalto l’inconsistenza non tanto del piano accusatorio, ma la “gaffe mediatica” di accomunare per forza il satanismo alla pedofilia, senza che quest’ultima abbia proposto evidenze investigative reali e giustificate. E anche di fare di “tutt’erba un fascio” tra omosessualità e pedofilia.
Luther Blissett vuole dimostrare come il solo sospetto della pedofilia, il solo evocarne il nome in seno a un’indagine, produca un’isteria collettiva dei mezzi di informazione assolutamente incontrollabile, generando incapacità di giudizio e, alla fine, ingiustizia vera e propria.
Nel 2001 il Tribunale Civile di Bologna lo fa sequestrare e distruggere. Da La Repubblica – Edizione di Bologna, 11 dicembre 2001:
Lucia Musti batte Luther Blissett / Luther Blissett dovrà risarcire il pubblico ministero Lucia Musti e il libro “Lasciate che i bimbi” dovrà essere distrutto. È una vittoria secca quella ottenuta dal magistrato che coordinò le indagini sui Bambini di Satana sul “nome collettivo” che firmò il testo. Il Tribunale civile le ha dato ragione su tutti i fronti dichiarando che due capitoli, “Bambini di Satana, anatomia di una montatura” e “Il caso Dimitri è chiuso” del libro edito da Castelvecchi e diffuso via Internet “sono lesivi della sua reputazione”. La sentenza prevede dunque la condanna della società editrice “al ritiro dal commercio e alla distruzione delle copie” del libro “presenti in librerie o presso la sede”. Se la Castelvecchi vorrà continuare la pubblicazione, potrà farlo a patto di eliminare i due paragrafi incriminati. Gli stessi paragrafi dovranno essere eliminati dal sito Internet. Un’altra società, la Cybercore, dovrà cancellare da un altro sito di una parte di un articolo che riprende l’argomento, dal titolo: “La verità è elettrica e si diffonde, si diffonde, si diffonde”. Le società condannate dovranno anche pubblicare la sentenza per estratto sui quotidiani. Alla dottoressa Musti è stato riconosciuto un danno di ottanta milioni di lire (40.760,17 euro). Il suo avvocato Nicola Alessandri, che l’ha difesa insieme a Guido Magnisi, ha dichiarato che è stato raggiunto l’obiettivo principale della causa, “l’accertamento del contenuto diffamatorio di alcune dichiarazioni nel libro di Luther Blissett“. L’avvocato Franco Bambini che difendeva il firmatario del contratto, Roberto Bui, ritiene che sarà impugnata la sentenza. Bui afferma che le richieste di Musti “sono state molto ridimensionate. Il libro è presente in tanti altri siti web ed è inestirpabile”.
Di questo libro, probabilmente, esistono due copertine differenti.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)