ROMA PORTA PORTESE Domenica 5 Luglio 2020 Hercólubus o Pianeta Rosso, di V. M. Rabolú (Varese, Coradi, 1999). Su una bancarella di Via Portuense venne avvistato tempo fa questo singolare libretto (appena 54 pagine di 12,5 x 17,5 cm.) del genere cosiddetto catastrofico. Autore lo scrittore colombiano Joaquín Enrique Amórtegui Valbuena (V. M. Rabolú). L’esemplare che si segnala, tradotto dallo spagnolo, risulta stampato in Italia dal Consorzio Artigiano L. V. G., per conto della Casa Editrice Coradi di Varese. Per dare un’idea del contenuto del saggio, basta leggere l’introduzione dell’autore:
“Ho scritto questo libro con grande sacrificio, costretto in un letto senza potermi alzare né sedere; tuttavia, considerando la necessità impellente di avvisare l’umanità sul cataclisma che si avvicina, ho fatto questo grande sforzo. Questo messaggio lo dedico all’umanità come ultima risorsa perché non c’è più niente da fare”.
La copia avvistata è una seconda edizione dell’anno 2000 (la prima è dell’anno precedente); tuttavia, pur di assicurarsi soltanto a 50 centesimi, tanto era prezzato il libro, una stranezza del genere, tra l’altro in condizioni di nuovo, si può anche sorvolare. (E. P.)
Come è nata la leggenda (fake) del pianeta rosso Hercólubus.
il medium e avvocato brasiliano Hercilio Maes (1913-1993) – che presumibilmente contattò l’alieno Ramatís con mezzi psicografici – nominò per primo Hercólubus nella sua opera Mensajes del astral (1956), profetizzando che gli effetti più catastrofici sulla Terra sarebbero stati notati nel 1999. Superfluo ricordare che la comunità scientifica nega categoricamente l’esistenza di un pianeta gigante nel nostro sistema solare (al di là di quelli già noti), tra l’altro invisibile.