“…chiari elementi di pornografia“
di Carlo Ottone
Storielle racconti e raccontini, del Marchese De Sade (Varese, Veronelli Editore, 1957); traduzione di Pino Bava, illustrazioni e copertina di Alberto Manfredi.
Il 18 maggio 1957 dalla Tipografia Manfredi di Varese usciva questo libro per la Veronelli Editore di Luigi Veronelli (1926-2004) che anni dopo sarà conosciuto come esperto e cultore di enogastronomia. A cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta Veronelli svolse l’attività di editore, con un catalogo vario che proponeva il Marchese De Sade, Anatole France, un libro sulle curiose golosità gastronomiche di Gabriele D’Annunzio, Giuseppe Berto, del poeta Elio Pagliarini fino a Pierre-Joseph Proudhon. Pubblicava riviste quali I problemi del Socialismo, la rivista neo-trascedentalista Il Pensiero diretta dal filosofo Giovanni Emanuele Barié, Il Gastronomo, diretta da lui stesso e Lo Sci Moderno.
Il libro Storielle racconti e raccontini del Marchese De Sade conferì, suo malgrado, notorietà a Veronelli in un caso che oggi potremmo giudicare grottesco e curioso, improntato all’ignoranza. A pochi mesi dalla pubblicazione, infatti, su segnalazione dell’Ufficio servizio spettacolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che aveva ravvisato nei racconti e storielle del De Sade “chiari elementi di pornografia”, l’8 Agosto del 1957 tutte le copie furono sequestrate, come disposto dal Procuratore della Repubblica di Varese; 560 copie del libro di De Sade nella sola Varese cui si aggiunsero quelle già distribuite e rintracciate nelle librerie italiane e non ancora vendute. Il processo avvenne a Varese, imputati furono Luigi Veronelli, Alberto Manfredi per le illustrazioni e il titolare della tipografia Emilio Manfredi, ed anche alcuni librai che avevano in vendita il volume, insomma una “retata” in piena regola per un libro.
Il valore letterario di De Sade non viene qui esaminato, anche se, come vedremo, saranno i giudici nelle loro sentenze a dare un giudizio critico letterario; ma quello che mi preme è di far notare come nel 1957 in Italia i racconti del De Sade scrittore, suo malgrado maledetto, avessero ancora il potere di scatenare la sessuofobia e la più ottusa censura, al punto da mandare al rogo le copie del libro.
De Sade non era un pornografo, nelle descrizioni di amplessi il Marchese si ferma sulla… porta. De Sade era un attento osservatore dei vizi del potere, ieri come oggi testimone scomodo, basta leggere il libro edito da Veronelli per rendersi conto che di pornografia non ce n’è, invece troviamo molte critiche e satire feroci contro il potere, in particolare sui magistrati!
Veronelli impostò la difesa sul valore artistico o meno dell’opera letteraria di De Sade e a sua testimonianza sfilarono in aula intellettuali e critici d’arte. Le testimonianze furono decisive: il 30 Gennaio 1958 il tribunale assolse con formula piena tutti gli imputati e dispose la restituzione dei libri sequestrati, assolse anche il Marchese De Sade, il vero imputato della vicenda, anche se la sessuofobia faceva capolino nella sentenza:
“Se non può mettersi in dubbio il contenuto osceno (dei racconti) deve però riconoscersi che i singoli racconti e storielle sono scritte con delicatezza d’immagine, senza alcun compiacimento dell’osceno..”
Il Tribunale di Varese assolve, ma la corte d’appello di Milano, cui fece ricorso il pubblico ministero contro Veronelli e Alberto Manfredi per la pubblicazione e le illustrazioni dell’opera, l’8 maggio 1959 ribaltò il giudizio, assolvendo sì Manfredi ma condannando il Veronelli a tre mesi e al nuovo sequestro del volume. Ora, se un tribunale assolveva in toto tutti gli imputati, compreso De Sade, per i giudici milanesi il Marchese era il vero colpevole:
“ ..la oscenità trapela da ogni parola…. I fatti narrati feriscono il senso del pudore, della decenza e i più intimi sentimenti morali… tutto si svolge in una prosa scialba… che possono essere paragonati a barzellette….. ora mancando il sentimento e la fantasia, l’opera letteraria non può toccare neppure le vette più modeste dell’arte..”
Ribaltata così la sentenza del Tribunale di Varese anche nella critica letteraria dell’opera di De Sade! Veronelli beneficò dell’amnistia in Cassazione ma il libro fu bruciato nel 1961 nel cortile della Questura di Milano. Per fortuna alcune copie si sono salvate, come mi segnalava lo stesso Veronelli in una sua email del dicembre 2003. Una particolarità di questo libro, e degli altri della stessa collana, è che ciascuna illustrazione può essere agevolmente staccata senza rovinare il libro, perché sono tutte poste all’inizio del volume.
Disponibilità del libro su eBay (sempre aggiornato)