"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Libri e canguri: pochissimi i canguri!

di Alessandro Brunetti

 

La curiosità è sempre maestra, anche per chi ama i libri. Ultimamente mi è capitato per le mani un tascabile. Aria vecchiotta ma familiare, se non altro per il canguro disegnato in copertina. Lo sfoglio e cerco il nome dell’editore, anzi: cerco il nome dell’editore che mi aspetto di trovare, e invece niente. Solo Universale Economica. E una sigla assai strana: Colip.

Si, lo so bene, molti di voi già conoscono la risposta, e io ci faccio la figura del grullo, però seguitemi, e magari qualcosa di nuovo c’è anche per quelli che sanno già tutto ancor prima di incominciare.

Insomma, scopro in pochi clic la storia della Colip, e per pigrizia ve la riporto qui proprio come la racconta la Fondazione Gramsci Emilia Romagna nel suo sito, tanto di ministri laureati con il copia e incolla ne abbiamo avuti e io non sarò mai ministro:

L’Universale economica, nota come la ‘collana del Canguro’, nasce nel 1949, edita dalla Colip, la Cooperativa del Libro Popolare, promossa dal PCI su iniziativa di Palmiro Togliatti per diffondere cultura tra i ceti popolari a prezzi accessibili. È infatti un insieme di opere classiche di saggistica e di narrativa proposte in edizione economica al grande pubblico, a cura di scrittori e studiosi di chiara fama.

Un’avventura editoriale a grande diffusione nata, come altre analoghe, nel secondo dopoguerra. La Biblioteca della Fondazione ha ricostruito l’intero catalogo recuperando tutti i volumi pubblicati attraverso acquisti da librerie antiquarie, scambi e donazioni. E il progetto ha contemplato molte riflessioni pubbliche sulla storia della cultura nella seconda metà del Novecento e sulla storia della lettura e dell’accesso alla alfabetizzazione culturale di quegli anni.

L’esperienza della Colip va avanti fino al 1954 e vede la pubblicazione, in questo lasso di tempo, di 199 libri. Nel 1954 Giangiacomo Feltrinelli rileva l’impresa editoriale, in forte crisi economica, conserva l’immagine del canguro con il marsupio pieno di libri e il nome ‘Universale economica’, collana che da allora, con il n. 200, diventa l’Universale Economica Feltrinelli.
L’Universale economica della Colip comprese 5 sottocollane, caratterizzate da 5 colori diversi: Letteratura (serie gialla), Storia e Filosofia (serie rossa), Teatro (serie viola), Le grandi avventure (serie verde), Scientifica (serie blu).

A me però il Canguro, vuoi per simpatia, vuoi per deformazione professionale, interessa tanto. E così lo inseguo pure lì dove era logico per me trovarlo, in casa Feltrinelli.

E così lo trovo sulla copertina dei volumi che riprendono la numerazione dal 200, avendo appunto Feltrinelli inglobato il catalogo della Cooperativa. L’animaletto è più stilizzato, il marsupio con i tre libri non c’è più e in più è iscritto in un quadrato. Un quadrato, non è strano? Non è forse quadrato il monogramma di Gian Giacomo Feltrinelli nelle prime uscite pubbliche della casa editrice non UEF?

 

Una grafica di prim’ordine

E infatti eccolo lì il quadrato monogrammatico, in basso sulla copertina di Alba di Theodore Dreiser. Facendo delle ricerche approfondite ho trovato che l’autore delle copertine della UEF dal numero 200 è Albe Steiner, mentre il monogramma è frutto della creatività di Bianca Delle Nogare, prima moglie dell’editore. Certo la somiglianza tra il quadrato del canguro e quello della firma GGF è assai forte e sospetto che siano entrambi della stessa mano creativa.

 

 

Ma torniamo a Albe Steiner, gigante della grafica che lavorerà a lungo con Feltrinelli, tanto da firmare, con l’altro mostro sacro Massimo Vignelli, la famosa collana SC/10). Alludo a copertine come La rivoluzione astronomica di Alexandre Koyré.

 

 

 

 

 

Penso, sulla base di molte assonanze stilistiche, ma posso anche essere smentito e in tal caso arricchirò la mia conoscenza e le informazioni contenute in questo articolo, che l’olandese Bob Noorda (1927-2010) abbia anche rivisto la grafica della UEF, che si presenta con una gabbia estremamente pulita, essenziale, che prosegue il discorso di design capace di premiare anche il paperback, elevandolo a rango di libro di pregio. Il canguro è sempre al suo posto, in un quadrato aperto su tutti i lati, meno primitivo nel tratto, ma sempre simpatico e accogliente.

 

C’è da dire che il canguro è saltato lontano. Una volta già alla fine degli anni ’50, quando la UEF si presenta in modo sobrio, troppo sobrio, come in L’uomo che non ho sposato di Rossana Campo. E poi negli ultimi decenni, quando al posto del logo “canguroso” compare la scritta I Canguri come nome di una collana meno universale e meno economica, ma più marketing oriented.

Ultima nota, visto che siamo in tema di animali, il design dell’editoria italiana (non solo lei comunque) ha sempre un debito con un’altra bestiolina che viene dall’emisfero opposto. Sto parlando del pinguino (o Penguin che dir si voglia. Ma questa è una storia che ha meritato già molti libri per raccontarla.

 

 

Fonti bibliografiche:
Fondazione Gramsci: Un libro alla settimana contro l'oscurantismo (http://www.iger.org/2016/07/22/luniversale-economica-cooperativa-del-libro-popolare-colip/). 
Giangiacomo Feltrinelli e la comunicazione visiva (http://njord.feltrinelli.it/SchedaTesti?id_testo=95&id_speclibro=7).

 

 

Disponibilità dei primi libri della Colip (sempre aggiornato)

 

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