"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

I turbamenti di un giovane bibliomane, di Guido Vitiello (Firenze, Cult Editore, 2012).

I turbamenti di un giovane bibliomane: quasi un romanzo di formazione in trentatré trattati bonsai, di Guido Vitiello (Firenze, Cult Editore, 2012).

 

Interessante sia l’opera accattivante di Guido Vitiello in sé che l’uscita per il marchio editoriale Cult Editore, una “costola Pop” delle edizioni Barbès di Firenze. Costola che dal 2008 al 2012 ha prodotto circa 75 titoli, più o meno uno al mese (consideriamo nel conteggio Cult jeunesse, Cult graffiti e Super cult). L’ultimo, salvo errori, potrebbe essere Serie Z: alias, L’ospizio maledetto del misterioso professor Schlockoff, di J. M. Erre; traduzione di Tania Spagnoli (Firenze, Cult Editore, 2012).

Diversi libri, previsti per questo marchio, non andarono mai “in onda” e sono stati pubblicati in seguito, qualcuno dalla consorella Edizioni Clichy, come Lavandaie scatenate di John Yeoman e Quentin Blake (Firenze, Clichy, 2019).

Ad ogni modo le edizioni Clichy-Barbès-Cult da sempre hanno prestato attenzione alla bibliofilia. Prova ne è anche questo splendido libro di Guido Vitiello, che presenta uno spaccato post-moderno dell’arte di collezionare e desiderare libri. Ogni filosofia umana va dunque riattualizzata ad ogni decade. Bisogna rendere attuali e immediatamente fruibili le emozioni di chi ci ha preceduto, affinché queste non vadano perdute come… lacrime nella pioggia.

Leggere questo libro è un po’ come perdersi in una giostra clandestina, in un circo Biblio-Orfei che qualcuno di notte ha allestito in un angolo di periferia. “Accorrete gente, accorrete! Avete mai visto il libro con le pagine di vetro?“; “ed ecco a voi il mangiatore di libri, che sputa sentenze filosofiche...”. “E poi il numero di evasione di Houdini: come si esce indenni da un romanzo storico legati, imbavagliati e immersi in una cassa piena di acqua gelida...”.

Scherzi a parte, tenetevi forte: si parte per un viaggio a velocità vorticosa dove Goldrake e Jeeg Robot contendono a Socrate la spada di Re Artù. Con buona pace di Harry Potter. Dove, intendete bene, ogni argomento è affrontato con metodo scientifico e scrupolosità da studioso serio. Dove ogni campo d’indagine è un’isola e a sua volta parte di un arcipelago del sapere al centro delle rotte marittime. Dove ogni citazione è un filo di Arianna che conduce a segrete tumulate in palazzi misteriosi, per città meravigliose di paesi sperduti.

 

Dalla scheda dell’editore:

“Il giovane bibliomane è l’alter ego gutenberghiano del nerd. Se l’uno non riesce a staccare gli occhi da un monitor, l’altro ha il naso sempre immerso in un libro. Respira carta stampata fin dall’infanzia, e i suoi primi incontri con la cultura pop, sotto forma di cartoni animati o giocattoli giapponesi, sono già viziati da un eccesso di letteratura. Proprio come il nerd, il giovane bibliomane coltiva in modo maniacale le sue ossessioni intellettuali, ed è cronicamente incapace di accostarsi con leggerezza ad alcunché, che sia un romanzo o un elettrodomestico, un B-Movie o un gioco di società. Le sue conoscenze mirabolanti su temi più o meno astrusi sono isolotti in un oceano d’incomprensione: della vita pratica, delle leggi di convivenza elementari, soprattutto del grande mistero, la Donna. La realtà sfugge ostinatamente alla sua presa, e quando infine arriva a toccarla ecco che, tra le mani, gli si trasforma di nuovo in letteratura. Così, tra Ernst Jünger e gli Ufo, Cornelio Agrippa e Homer Simpson, Jean Baudrillard e i designer dell’Ikea, apprendiamo come il De vinculis di Giordano Bruno possa essere usato per rimorchiare, come Nietzsche, Freud e la teoria dell’Urvater spieghino le umiliazioni subite alle scuole medie, come il “secolo breve” appartenga, con buona pace di Eric Hobsbawm, prima di tutto a Jeeg Robot d’Acciaio. E ancora, impariamo a usare l’antico libro del Levitico per azionare la lavatrice o a scegliere la nostra anima gemella in base a come sottolinea i libri.”

 

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