Giochi finiti e infiniti: la vita come gioco e come possibilità, di James P. Carse (Milano, A. Mondadori, 1987).
La prima ed unica edizione italiana di un capolavoro assoluto sul significato ludico della vita dell’uomo, che ha dato forma a un autentico libro cult ricercato da collezionisti, lettori e librai.
Rilegatura editoriale con sovraccoperta; formato alto 21 cm; 160 pp.; condizioni ottime sia del libro che della sovraccoperta. Prezzo: 50 € chiedi il libro.
In questa brillante e arguta esplorazione filosofica, la vita dell’uomo è vista da Carse in chiave di gioco. Ma quanti e quali sono i giochi umani? Oltre a quelli veri e propri – gare sportive, giochi da tavolo ecc. – sono «giochi» tutte le situazioni che implicano la competizione: i contrasti sociali, le relazioni amorose e sessuali, la guerra… Ma tutti i giochi del mondo potrebbero essere catalogati in due grandi categorie: «Un gioco potrebbe essere chiamato finito, l’altro infinito.
Un gioco finito si gioca per vincerlo, un gioco infinito per continuare il gioco…». E quest’ultimo tende ad abbattere le divisioni, le competizioni, a far giocare un numero sempre maggiore di persone, ad abbracciare ambiti sempre pi vasti: arte, la cultura, la scienza, la vita stessa.
Stile limpido, formulazioni secche e incisive, cento pagine esemplari che forniscono nuove chiavi di lettura dell’esistenza umana: un libro che apre alla mente orizzonti del tutto sconosciuti.
James P. Carse (1932-2020) è stato docente di filosofia e di religione all’Università di New York dove riscuoteva un successo enorme tra gli studenti. Ha scritto: Death and Existance: A Conceptual History of Human Mortality e The Silence of God: Meditations on Prayer.