"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

L’Italia e il petrolio, di Silvio Gai (Roma, Arti grafiche Trinacria, 1938).

 

Interessante e raro saggio sull’indipendenza economica italiana basata sul petrolio scritto in epoca fascista da una delle massime cariche dell’epoca nel settore economico.

 

 

 

Scheda bibliografica

Autore: Silvio Gai
Titolo: L’Italia e il petrolio
Pubblicazione: Roma, Arti grafiche Trinacria, 1938
Descrizione fisica: 237 pagine, 1 carta geografica ripiegata, illustrazioni; 25 cm
Lingua: Italiano
Paese di pubblicazione: Italia
Classificazione Dewey: 553.28 (20.) – Geologia economica. Petrolio, olio di scisto, sabbie catramose, gas naturale.
Soggetti: Petrolio – Italia
Codice identificativo: IT\ICCU\FER\0183412

Nota su Silvio Gai

Silvio Maria Giuseppe Francesco Gai (1873 – 1967) è stato un economista, dirigente d’azienda e politico italiano. Gai iniziò la sua carriera lavorando nel settore dell’elettricità alla fine del XIX secolo, quando aprì un’officina a Roma per la costruzione di apparecchi elettrostatici per uso medico. Dopo l’insuccesso economico dell’impresa, cercò lavoro a Genova e successivamente si unì al Cantiere Orlando di Livorno come progettista e costruttore di motori elettrici. Nel 1908, venne assunto come direttore e amministratore delegato della “Aziende industriali elettriche“.

Durante il suo periodo a Recanati, Gai adattò un mulino per l’impiego dell’energia elettrica e sviluppò l’impresa fino a creare la Società Marchigiana di Elettricità. Questa società fu responsabile dell’elettrificazione di tutta la regione delle Marche attraverso la costruzione di nuove centrali idriche e una rete di trasporto di energia a distanza. Tuttavia, il fallimento della Banca di Sconto portò alla fine della Società Marchigiana, che fu assorbita dalla Unione Servizi Elettrici di Milano.

Nel campo politico, Gai aderì al Partito Fascista e ricoprì diverse cariche, tra cui Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e previdenza sociale e Ministro dell’Economia Corporativa della Repubblica Sociale Italiana. Dopo la guerra, Gai continuò a lavorare nel settore dell’economia e dell’energia elettrica.

L’importanza della disciplina che studiava Gai, l’economia e l’ingegneria elettrica, è evidente nel suo impatto sullo sviluppo industriale e infrastrutturale dell’Italia durante il XX secolo. Le sue competenze e conoscenze in questi settori gli permisero di contribuire significativamente all’elettrificazione delle regioni italiane e alla crescita economica del Paese.

 

La politica fascista sul petrolio

Durante il regime fascista, l’Italia perseguì una politica internazionale non avveduta e orientata al colonialismo, che portò alla perdita degli interessi economici italiani, in particolare per quanto riguarda la questione petrolifera di Mossul. Nel 1932, l’Agip era diventata azionista della compagnia petrolifera britannica Bod, la quale aveva ottenuto il diritto allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti nella zona di Mossul. Dopo solo due anni, l’Agip divenne l’azionista di maggioranza della Bod, prendendone il totale controllo e si accingeva ad iniziare le operazioni di estrazione del petrolio dal territorio di Mossul, che secondo degli studi effettuati sulla zona, era talmente abbondante di oro nero, che l’Italia non solo sarebbe diventata autosufficiente dal punto di vista energetico, ma si sarebbe perfino arricchita diventando una nazione esportatrice di petrolio.

Tuttavia, Mussolini iniziò la campagna coloniale in Etiopia, che determinò un tale ingente investimento economico, da indurlo a vendere la Bod agli anglo-americani, i quali successivamente arricchirono la loro economia grazie all’estrazione di eccezionali quantità di petrolio. Questo dimostra quanto il fascismo fosse orientato a una politica internazionale colonialista e indifferente alle esigenze reali dell’economia italiana, perdendo la possibilità di acquisire materie prime e fonti energetiche vitali per la nuova economia mondiale. Tutto ciò contribuì all’allontanamento politico dalle democrazie occidentali e alla deriva dell’alleanza con il nazismo.

 

 

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