"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Scopriamo Valenx: la lingua dei libri inventata da un liceale

Una lingua in un mese e mezzo? Sì, avete letto bene. Non è un trucco, non è un inganno. È l’impresa di Giulio Ferrarese, un sedicenne di Bagno a Ripoli. Quando la maggior parte dei ragazzi della sua età rabbrividisce solo al pensiero di un compito di latino, lui mette a segno un colpo da maestro: crea Valenx, “la lingua dei libri”.

Un nome che sembra nascere da una fantasia di J.R.R. Tolkien o dalle pagine di Star Trek. In un certo senso, è esattamente così. Ferrarese, seguendo il percorso di celebri “glottoteti” come Tolkien e Marc Okrand, si unisce al club esclusivo delle altre menti brillanti che hanno generato lingue artificiali.

È stato tutto un divertimento, confessa il giovane Ferrarese. Un passatempo che si è trasformato in un’impresa grandiosa. Ha studiato lingue esistenti, e sembrava il modo migliore per unire tutte le conoscenze acquisite. Inizialmente, è nata la grammatica e poi, passo dopo passo, il vocabolario. Il risultato? Una lingua completa con grammatica, fonologia e un vocabolario di tremila parole.

In cosa consiste Valenx? È una lingua molto razionale, spiega Ferrarese. La struttura della frase e delle relative ricorda il giapponese, mentre i sostantivi evocano il richiamo del sanscrito e del latino. Per i verbi, rivela una sorpresa: l’ispirazione arriva dal Klingon, una lingua artificiale creata da Marc Okrand per Star Trek.

Valenx non è solo una lingua da apprendere o studiare, è una lingua da vivere, da scrivere e da esplorare. Potrebbe essere usata per un racconto, chissà. E come suona? Dolce all’orecchio, con vocali e consonanti di ispirazione esotica. Un mix di giapponese e consonanti semitiche.

Mentre aspettiamo la prossima presentazione del libro a Firenze o altrove, ci domandiamo: qual è il sogno di questo ragazzino genio? Semplice: vuole diventare un fisico e studiare all’estero.

Nessun dubbio, Ferrarese ha un futuro luminoso. E intanto, tutti noi possiamo godere della sua creatività linguistica. Basta cercare “Valenx, una nuova lingua” su Amazon.

È questa la bellezza del mondo delle lingue: esiste sempre spazio per una nuova scoperta. Valenx ne è l’ultima, brillante prova. E non vediamo l’ora di sentire come suona. Bravo Giulio, attendiamo con ansia la prossima lingua che inventerai.

 

Glottoteti: gli architetti della lingua che hanno inciso la storia

C’è un mestiere prezioso del quale si parla raramente ma che ha avuto un impatto profondo su come comunichiamo: quello dei glottoteti. Come dei veri e propri architetti della lingua, i glottoteti hanno forgiato paesaggi linguistici ricchi di espressività, effettuando un contributo inestimabile al patrimonio culturale del mondo.

Da millenni, personaggi come Noam Chomsky, Ferdinand de Saussure, o scarabocchianti anonimi della penna e del papiro, hanno esplorato le profondità delle lingue, classificandole, analizzandole e creandone di nuove. Affrontiamo insieme un viaggio alla scoperta di questi straordinari ‘mestieri delle parole’.

Ferdinand de Saussure, figura seminale del XX secolo, ha cambiato da solo il corso della linguistica con la sua straordinaria capacità di vedere al di là delle parole, mettendo in luce il sistema di segni e significati che costituiscono le lingue. Il suo radicale approccio strutturalista ha influenzato non solo lo studio delle lingue, ma l’intero campo delle scienze umane.

Proseguendo questo viaggio, non possiamo non fermarci a contemplare l’imponente figura di Noam Chomsky. Il suo rivoluzionario modello di grammatica generativa ha aperto la strada a una nuova comprensione di come funziona la lingua nel nostro cervello, sfidando le precedenti ipotesi dell’apprendimento linguistico. Chomsky ha mostrato al mondo che la lingua è molto più di semplici suoni – è una rappresentazione strutturata e complessa del nostro pensiero.

Immersi nella tecnologia del XXI secolo, i glottoteti cavalcando l’onda digitale hanno dato vita a una serie di nuovi linguaggi artificiali. Tra questi, c’è Marc Okrand, il creatore del Klingon, la lingua aliena dell’universo di Star Trek. Nonostante sia una lingua artificiale, il Klingon ha una struttura grammaticale e sintattica propria, dimostrando come anche i linguaggi artificiali possono possedere una propria vividezza e individualità.

Questi, e molti altri, sono i glottoteti – gli audaci esploratori del paesaggio linguistico. Grazie al loro intelletto e fantasia, le parole acquistano nuova vita, e la lingua conquista nuove frontiere. Sia che si tratti di analizzare i meccanismi più intimi dei suoni, sia che si tratti di creare nuove lingue per mondi alieni, i glottoteti sono gli indiscussi protagonisti dell’evoluzione del linguaggio umano, scolpendo le parole nel marmo della storia culturale dell’umanità.

 

Il parere del cacciatore di libri

Il progetto è interessante. Sebbene al momento non si possono individuare particolari campi di applicazione pratici. Il libro non ha pagine numerate. Per il primo 30% circa è costituito dalle regole grammaticali e dalle declinazioni da studiare per apprendere l’uso della lingua. Per il restante 70% è costituito da un vocabolario dei termini di base. Solo alla fine troviamo un esempio di testo composto nella lingua Valenx. La struttura del volume potrebbe spiazzare il lettore la prima volta che vi si trova davanti, d’altronde lo spazio riservato all’elencazione dei vocaboli è assolutamente necessario. Nessuna regola grammaticale vale se non si ha già a disposizione un numero congruo di vocaboli pronti da utilizzare.

Ogni lingua, inoltre, si giustifica e si migliora con l’uso, sia scritto che parlato. Nuovi vocaboli nascono in base agli ambiti in cui la lingua è usata, altri possono trasformarsi, adattarsi. Tutte queste trasformazioni rendono una lingua viva e degna di essere usata.

Si consiglia all’autore una seconda edizione del libro, con una appendice di esempi pratici d’uso più ricca e soddisfacente. E magari una ulteriore sezione dove si danno esempi di utilizzo pratico della lingua Valenx nel campo della messaggistica nelle varie piattaforme social. Inoltre, si consiglia di dotare il libro di un Colophon, che per noi amanti dei libri è essenziale, oltre a dare una definizione del volume e una sua chiara collocazione negli archivi cartacei.

 

 

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