"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Pellegrino di Roma: la generazione dell’esodo, di Ernesto Buonaiuti (Roma, Darsena, 1945).

 

Ernesto Buonaiuti (1881-1946) è stato un eminente teologo, storico della Chiesa e accademico italiano, nato nel 1881 a Roma. Buonaiuti ha lasciato un segno nel panorama intellettuale del Novecento grazie alla sua prolifica attività accademica e alla sua ardente difesa della libertà di pensiero.

La sua formazione accademica lo ha portato a conseguire la laurea in teologia presso l’Università La Sapienza di Roma, dove successivamente ha insegnato Storia della Chiesa. Buonaiuti è stato una figura di spicco nell’ambito degli studi religiosi, spaziando dalla storia del cristianesimo primitivo fino alla teologia moderna.

La sua opera più celebre, “Pellegrino di Roma“, pubblicata nel 1945, rappresenta un’importante testimonianza della sua erudizione e della sua capacità di analisi storica. Quest’opera è la sua autobiografia.

Oltre all’attività accademica, Buonaiuti si distinse anche per il suo impegno sociale e politico. Fu un sostenitore dell’ecumenismo e della libertà di coscienza, posizioni che lo portarono spesso in contrasto con le istituzioni ecclesiastiche dell’epoca. Il suo forte spirito critico e la sua difesa appassionata della libertà di ricerca e di espressione lo resero una figura controversa ma allo stesso tempo estremamente influente nel dibattito culturale e religioso del suo tempo.

Ernesto Buonaiuti ci ha lasciato un’eredità intellettuale di inestimabile valore, testimoniata dalle sue numerose pubblicazioni e dal suo impatto duraturo nel campo della teologia e della storia religiosa. La sua vita e il suo lavoro continuano a ispirare generazioni di studiosi e ad alimentare il dibattito su temi cruciali come la libertà di pensiero e la ricerca della verità.

 

Più di un’autobiografia

Pellegrino di Roma” è uno dei testi più importanti di Ernesto Buonaiuti, non solo per il valore storico-letterario dell’opera, ma anche per la sua importanza biografica e di testimonianza del pensiero dell’autore.

Il libro, pubblicato nel 1945, rappresenta un’approfondita ricostruzione storico-teologica dell’esperienza religiosa e culturale del Novecento, e della cultura modernista, della quale Buonaiuti fu tra i principali protagonisti in Italia.

In “Pellegrino di Roma“, Buonaiuti si ritrae come un fedele della Chiesa cattolica e nello stesso tempo come un critico tenace della sua burocrazia e del suo dogmatismo. Rivendica il suo diritto, come teologo, di esplorare liberamente le verità della fede e le interpretazioni storico-religiose.

Buonaiuti ritrae se stesso come un “pellegrino”, un errante alla ricerca di una fede che possa sposare l’ispirazione e l’intuizione religiosa originaria con la necessità di confrontarsi con il progresso scientifico e umano. La sua opera riflette un ambizioso tentativo di sintesi tra fede e ragione, tra dogma e libertà di ricerca. La sua visione della religione come un fenomeno essenzialmente spirituale e personale che trascende le formulazioni dogmatiche rigide e i rituali esteriori è rimasta una costante nel suo lavoro.

In “Pellegrino di Roma“, Buonaiuti riflette sulla sua permanenza all’interno della Chiesa cattolica nonostante le molte difficoltà e persecuzioni che ha sperimentato a causa delle sue idee. Descrive la sua fede come una sorta di “esilio interno”, una fede vissuta dall’interno ma in conflitto con l’autorità ecclesiastica.

 

Il parere del cacciatore

l’edizione recante la rara sovraccoperta [foto Libreria Pontremoli di Milano]

Sebbene un congruo numero di biblioteche appartenenti al Sistema Bibliotecario Nazionale abbia una copia del libro, poche sono quelle che conservano intatta la delicata sovraccoperta originale. Ad ogni modo, il libro, in base alla sua importanza e rarità, è molto valutato e ricercato dalla comunità dei bibliofili, qualunque sia la sua veste. Di questo titolo esistono ad oggi quattro ristampe: Laterza di Bari (1964), Gaffi di Roma (2008), Qualevita di Torre dei Nolfi (2014) e Aragno di Torino (2020).

 

 

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