Il marchese erotomane, l’arte e l’automobile elettrica
di Alessandro Brunetti
Rimestando negli infiniti scatoloni in cui è stata rinchiusa una intera biblioteca, tra libri raffinatissimi e titoli da bancarella spunta fuori un libretto ben confezionato, copertina di spesso cartoncino verde, titolo lungo che sembra un film della Wertmuller e autore ignoto: John Rame. Si tratta di Vocabolario parziale alquanto toscano e alquanto maschilista del corretto uso della lingua e di altre cose, di John Rame [Piero Bargagli] (Pisa, Tipografia Giardini, 1982).
Il libro è esattamente quello che il titolo denuncia di essere: un vocabolario, scritto da un maledetto toscano che ama le donne e le cose che con esse si possono fare, e siccome siamo nel campo della parola cita la lingua, ma è solo una sineddoche. Insomma, i lemmi sono molto sapidi, divertenti e irrispettosi, ma solo della morale, di cui in effetti è bello parlare male.
Il libro è stato stampato a Pisa, un’edizione privata fuori commercio senza indicazione sulla tiratura. Ma torniamo a John Rame. Un nom de plume dietro al quale si nasconde, malamente e senza voler sfuggire più di tanto alle sue responsabilità, il marchese Piero Girolamo Bargagli Bardi Bandini (Siena, 1910 – Pisa, 1993), eclettico e eccentrico appartenente alla antica nobiltà (toscana, vedi sopra), che oltre a essere scrittore, artista figurativo, produttore cinematografico e non so più quali mille altre cose, ha progettato e prodotto in anni di molto precedenti al delirio del green deal, una vetturetta elettrica chiamata Urbanina.
PGBBB è stato anche uomo di spettacolo lui stesso, diventando un ospite frequente di Maurizio Costanzo, nel cui Show un giorno tirò fuori una banconota da cinquantamila lire e la depositò sul palco. Era, disse, sua intenzione iniziare una colletta a favore di un’associazione che aiutava i malati di AIDS. Costanzo, che nulla sapeva di questa iniziativa, autorizzò la raccolta che si concluse con la ragguardevole somma di 50 milioni, più altri 50 donati dalla produzione.
Al suo alter ego, quel John Rame che molto amava il sesso, è stata dedicata anche una biografia scritta da Enzo Carli, storico dell’arte che, al contrario del marchese, nacque a Pisa e morì a Siena.
Maledetti toscani, hanno sempre qualcosa in più, come diceva Curt Erich Suckert, nome vero di un altro toscano, un altro scrittore (dotato di potente nom de plum), nato a Prato e morto a Roma, che forse con il marchese due parole le avrà pure scambiate.
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