La prima edizione italiana recava un titolo diverso
“Il giro di vite” (titolo originale: The Turn of the Screw) è un’opera pubblicata nel 1898 che ha segnato un’importante tappa nella letteratura horror e gotica. La genesi del romanzo è legata a una serie di esperienze personali di Henry James, il quale era affascinato dalla psicologia umana e dalle dinamiche interpersonali. James scrisse il romanzo in un periodo in cui la narrativa gotica stava vivendo una rinascita, influenzato da autori come Edgar Allan Poe e altre opere contemporanee. La storia è stata concepita come una “ghost story“, ma si distingue per la sua complessità psicologica e la sua ambiguità morale.
La trama ruota attorno a una giovane istitutrice che viene assunta per prendersi cura di due bambini orfani, Miles e Flora, in una remota tenuta chiamata Bly. All’inizio, tutto sembra tranquillo, ma presto l’istitutrice inizia a percepire presenze inquietanti nella casa. Dopo aver assistito all’apparizione del fantasma di Peter Quint, un ex valletto della tenuta, e della signorina Jessel, la precedente istitutrice, la donna si rende conto che i bambini potrebbero essere influenzati da questa entità maligna.
Il romanzo si sviluppa attraverso una narrazione densa di tensione e mistero, dove il confine tra realtà e immaginazione diventa sempre più labile. L’istitutrice cerca di proteggere i bambini da queste forze oscure, ma le sue azioni portano a conseguenze tragiche.
La prima traduzione italiana di “Giro di vite” (quindi senza l’articolo) fu pubblicata nel 1932 con il titolo cambiato e discutibile di Il segreto dell’istitutrice (Bemporad, 1932); seguì l’edizione di Rizzoli con il titolo – diciamo – più canonico nel 1934. Questa seconda edizione, forse più della prima, ha contribuito a far conoscere l’opera di James al pubblico italiano, presentando un testo che manteneva la complessità stilistica dell’originale. La traduzione ha cercato di preservare l’atmosfera inquietante e le sfumature psicologiche che caratterizzano il romanzo.
Dopo le prime due edizioni del 1932 e 1934, “Il giro di vite” ha avuto decine e decine di ristampe e traduzioni da parte di vari editori italiani fino ai nostri giorni. Negli anni successivi, edizioni di questo libro sono state riproposte da case editrici come Mondadori e Einaudi, ciascuna con il proprio approccio alla traduzione e alla presentazione del testo. Con la scadenza dei diritti d’autore, molte piccole case editrici hanno ripubblicato in massa i lavori di James.
“Il giro di vite” è considerato uno dei capolavori della narrativa horror di ogni tempo per la sua capacità di evocare paura senza ricorrere ai cliché tipici del genere. La scrittura elegante e raffinata di James crea un’atmosfera densa di tensione psicologica, rendendo il lettore partecipe delle ansie e delle paure dell’istitutrice. L’ambiguità della narrazione invita a riflessioni più profonde sulla natura del male e sulla vulnerabilità dell’infanzia.
Disponibilità di eventuali copie del libro (sempre aggiornato)
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