I libri degli esordi di Andrea Camilleri e le edizioni rare
Tutti attorno a papà Camilleri!!! Il re dell’insolito libresco; quante gemme per noi cacciatori!
Oggi 17 Giugno 2019, gli organi di stampa e la rete ci stanno trasmettendo, praticamente in diretta, dell’improvviso peggioramento delle condizioni di salute del grande scrittore siciliano Andrea Camilleri, il papà del Commissario Montalbano. Noi tutti fan del grande “papà nostro” ci stringiamo attorno a lui nella speranza che superi questo nuovo scoglio che il destino gli ha parato davanti.
I suoi libri, le sue edizioni spesso insolite, sfuggenti e misteriose, sono e saranno pane per i nostri denti per anni e anni ancora. Assieme ad Andrea, naturalmente.
Tre libretti quasi introvabili
Per i fan, i collezionisti, i raccoglitori di libri dell’indomito e prolifico scrittore siciliano Andrea Camilleri (nato nel 1925) vorrei segnalare tre libretti poco noti, piccole tirature, non in commercio e veramente
rare. Partiamo da Lo stivale di Garibaldi (Catania, Stilos, 2010). Si tratta di un libricino di appena novantasei pagine, uscito nel 2010 in allegato alla rivista «Stilos», nella collana “Gli azzurri di Stilos”.
Va ad aggiungersi alla schiera di edizioni limitate, speciali, “allegati a…”, “in occasione di…” che rendono pressoché unica (e sterminata) la produzione dello scrittore di Porto Empedocle (…stavo per scrivere
di Vigata). Dal sito di riferimento dei fan di Andrea Camilleri www.vigata.org riportiamo quanto segue:
“Una storia siciliana del Camilleri civile ambientata a ridosso della battaglia di Aspromonte in una Vigàta garibaldina e insurrezionale nella quale, per soli cinque mesi, si trova assegnato come prefetto un funzionario fiorentino dotato di tutti i crismi patriottardi e savoiardi. Prefazione di Gianni Bonina; con un’intervista ad Andrea Camilleri.”
A conferma della rarità di questo pezzo osservo solo due copie online nel sistema bibliotecario italiano. Si può facilmente intuire che tra qualche anno il collezionista che vorrà mettere questo volume nel suo
zaino dovrà faticare le proverbiali sette camicie. Lo stivale di Garibaldi è stato successivamente inserito da Camilleri all’interno della raccolta La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Palermo, Sellerio, 2016).
Continuando ad addentrarmi in quel bosco magico delle piccole edizioni, delle edizioni limitate e rare del grande romanziere siciliano sapevo che difficilmente ne sarei uscito vivo. Parla, ti ascolto, sempre a firma Andrea Camilleri, è un’edizione privata, mai circolata prima d’ora. Ovviamente, è sconosciuta agli archivi delle biblioteche italiane. Stampata a Milano nel 2017. Viene definito il “libro segreto di Andrea Camilleri”, e per un po’ di tempo è stato un autentico rompicapo per i bibliofili, fino a che qualche copia ha cominciato a circolare e il velo di segretezza si è rotto. Ammetto che la veste grafica, con una vacua copertina verde, il titolo (abbastanza misterioso) e l’alone che lo circonda lo rendano un oggetto poco identificabile all’inizio. Ma il mistero piano piano si svela. Appaiono le prime informazioni su quest’edizione veramente speciale. Camilleri ne fece stampare millecinquecento copie nell’anno 2017, su carta fatta a mano. Tutte le copie furono fatte recapitare a casa di amici, colleghi, editori, giornalisti che il padre di Montalbano ebbe così a omaggiare, anche in coincidenza del suo novantaduesimo compleanno. Il libro uscì dai torchi della storica tipografia Campi 1898 di Milano. Da qui la veste grafica raffinata. Di cosa tratta il romanzo? Parla, ti ascolto rompe un tabù – uno degli ultimi – e parla dell’infatuazione di un medico affermato (e sposato) per una bambina di quattro anni, che è la figlia di un
suo vicino di casa. Turbato da questo sentimento, il medico va a confessarsi da un sacerdote, ma quest’ultimo … [spoiler]. Inutile dire che il libro è molto raro. Millecinquecento copie possono sembrare un numero comunque consistente, ma c’è da scommetterci che saranno (quasi) tutte conservate gelosamente dai loro proprietari. E per i bibliofili rimarranno a lungo un sogno.
Sempre in tema di “figli illegittimi”, di Andrea Camilleri andrebbe ricercato un libro uscito come omaggio ai clienti della banca Unicredit dal titolo Il figlio del Sindaco (Senza dati editoriali, 2008). Peccato che quelli della Unicredit non abbiano sentito l’esigenza di dotare almeno il libretto dei due dati essenziali, luogo e data di stampa. Questa mancanza rende il libro meno catalogabile e più difficile da
rintracciare. Il libretto è relativamente recente, tuttavia possiamo già pronosticare una sua probabile introvabilità nel volgere di pochi anni.
Alle origini del mito
Di Camilleri, però, l’interesse del bibliofilo non è solo incentrato sulle edizioni limitate celebrative e sui regali e scherzetti vari orchestrati da banche o piccoli editori. Ci sono libri che sono anche molto più rari, ma per rintracciarli bisogna fare qualche passo indietro nel tempo. Andrea Camilleri non nasce scrittore, e anche Montalbano è comunque frutto del Camilleri maturo. L’autore aveva già 69 anni quando uscì La forma dell’acqua (Palermo, Sellerio, 1994). Il primo sforzo non letterario di Andrea Camilleri fu un piccolo saggio sui teatri stabili in Italia. Il libretto si intitola appunto I teatri stabili in Italia 1898-1918 (Bologna, Cappelli, 1959).
Altra gemma. Di una pièce teatrale ne fu fatto un libretto che vale la pena di cercare e di collezionare, ma che difficilmente potrà capitare a tiro. Sto parlando di Il quadro delle meraviglie (Milano, Edizioni Curci, 1963). La pièce teatrale è stata poi ristampata da Sellerio nel 2015. Da www.vigata.org:
“La vicenda è semplice, una truffa che fa leva sulla credulità della gente. Tre buontemponi ambulanti, ben pagati dal Podestà, collocano contro l’arco di accesso alla piazzetta del paese il “quadro delle meraviglie”, che altro non è che un enorme telaio di legno completamente privo di contenuto, sul quale compaiono, ma solo a coloro che possono vantare legittimi natali, Sansone che fa crollare il tempio, un toro invincibile e una danza famosa. Nessuno vede niente, la cornice resta impietosamente vuota, ma tutti vedono l’invisibile. Affermare il contrario, significherebbe disonorare il buon nome della famiglia. Al quarto spettacolo, però, le coup de théatre: qualcosa di concreto si muove all’interno del quadro delle meraviglie, ma non è una ’meraviglia’ per i tre girovaghi, trattandosi di un capitano e di due soldati intervenuti per arrestarli.”
Lo scrittore comincia a fare lo scrittore
Bisogna aspettare altri quindici anni affinché Camilleri pubblichi Il corso delle cose (Poggibonsi, Lalli, 1978), per un editore a pagamento della provincia di Siena. Oggi questo libro – primo autentico sforzo
narrativo vero e proprio – è conosciuto dagli addetti ai lavori e assai conteso ogni qual volta compare in vendita sui vari siti. Da www.vigata.org:
“In un piccolo paese della Sicilia Vito, un uomo di mezza età, viene fatto segno ad un attentato. Egli sa di non aver mai fatto torto a nessuno; tutta la sua esistenza è stata anzi regolata da una precisa norma: non prendere partito. Inizia così una sua disperata indagine per sapere le ragioni dell’attentato, mentre tutto il paese lo considera già “segnato”. Troppo tardi apprenderà che “il corso delle cose è sinuoso”, che non basta chiudere gli occhi per riuscire a non farsi coinvolgere.”
Il corso delle cose non è recensito, non è distribuito, rimane un “perfetto sconosciuto” fino agli anni della celebrità, quando, come d’uso, il collezionista e il bibliomane vanno alla ricerca dei primi lavori, specialmente quelli fatte con case editrici sconosciute, a pagamento, o con sigle editoriali incerte e improbabili. Già due anni più tardi, però, Andrea Camilleri pubblica il suo secondo romanzo, Un filo di fumo (Milano, Garzanti, 1980), ma, nonostante stavolta l’editore sia importante e la distribuzione del libro non manchi, il successo si fa ancora attendere. Anche questo libro rimane a lungo sconosciuto. Passa ancora qualche anno e lo scrittore di Porto Empedocle approda a quello che poi diventerà il suo editore di riferimento: Sellerio di Palermo. Il primo libro pubblicato è La strage dimenticata (Sellerio, 1984), il quale, ancora una volta, non ha successo. Nonostante tratti un argomento molto interessante, da un punto di vista originale, come quello dei caduti del Risorgimento siciliano.
Montalbano val bene un Carmassi d’annata!
Ancora due libri senza successo, e poi fa l’esordio il personaggio immortale del commissario Montalbano ne La forma dell’acqua. Un personaggio che piano piano entra nel cuore dei lettori. Il resto è storia dei nostri anni. Un libro curioso e insolito, fattosi rarissimo, è Come possedere correttamente un Carmassi (Milano, Galleria Morone, 2007), che riprende un testo di Camilleri pubblicato nel 1973, ma che dà vita a un libro nuovo e ricercabile. Si tratta della mostra del pittore Arturo Carmassi (1925-2015) del 2007.
“In qualsivoglia modo un Carmassi penetri nella tua casa, per baratto, per scambio di moneta contro merce, per donazione, per telecinesi, considera che esso non ti è pervenuto per accordarsi al colore
delle pareti, per coprire lo sfregio di un’effrazione o lo scolorimento di un’usura. Una vena sotterranea dal percorso tanto improbabile quanto logico l’ha condotto a te: non sei tu che l’hai scelto, tu sei semplicemente il punto di confluenza di una sottilissima rete di occasioni e di eventi.”
Sembra quasi che stia parlando di un libro, non trovate? Una mosca assolutamente bianca nel percorso dello scrittore, ma, come abbiamo visto fino a qui, di certo non l’unica.
Ultim’ora 2019
Andrea Camilleri si è spento il 17 Luglio 2019
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Camilleri "Come possedere correttamente un Carmassi" Testo Introvabile Originale
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