Amazon rimuove centinaia di libri sul Coronavirus
Unico obiettivo: cavalcare la paura!
L’imperativo è: cavalcare la paura! In questo momento c’è la fobia del Coronavirus Covid-19, ebbene si dia in pasto il Coronavirus, meglio se servito in tutte le salse. Amazon, che è il mercato globale più vasto del pianeta, è stato inondato di pubblicazioni a tempo di record. Libri, libretti, libricini, libroni, tomi ponderosi. Di tutto un po’. In queste settimane cruciali, le classifiche di vendita lo stanno testimoniando. Ma alla fine è successo. Il padrone di Amazon, Jeff Bezos, ha preso la decisione di eliminare – con il rischio di diventare il braccio armato della censura, accusa che sicuramente riceverà – tutti quegli instant book speculativi, arrivati sul portale infarciti di copia/incolla da testate note, da giornali prestigiosi, pieni zeppi di notizie ripetitive, inutili, fuorvianti, perfino dannose.
Dalla fine di Gennaio 2020 in poi i titoli si sono susseguiti, dando vita a un fenomeno già conosciuto dagli addetti ai lavori, anche se mai visto con una simile portata. Editori inesistenti, sono tutti auto-pubblicati oppure recano sigle di comodo. Gli autori sembrano completamente inventati, di loro non c’è traccia di precedenti pubblicazioni.
Alcuni di questi autori: Solomon Ternder, Kate Helen, Kadesha Henry, Tyler Quammen (forse per confondersi con lo scrittore David Quammen, autore del bellissimo Spillover), Richard J. Baily, Dr. Kashif Saeed, Zoe Gottlieb, Jodi Russell, Emma Bright, Malik Hill.
Molti sottotitoli o messaggi in copertina rimandano ad agenzie e dipartimenti governativi o sanitari che risultano inesistenti. Alcuni di questi libri sono, come detto, un’accozzaglia di nozioni già disponibili ovunque, messe sulle pagine senza criterio e in maniera ripetitiva. Si capisce che il loro unico scopo sia quello di vendere un prodotto in un momento in cui la gente è disorientata e si affida a libri e pubblicazioni varie per informarsi. O a qualcosa a cui aggrapparsi. Ad un’ancora, non propriamente Aldina. E si imbattono così in messaggi come “solo Dio può curare il Coronavirus” o “come sopravvivere un anno al chiuso se fuori c’è il Coronavirus”. Per non dire di coloro i quali mettono la parola Coronavirus ovunque, per rendere appetibili libri altrimenti invendibili, come “Coronavirus equino: difendi il tuo cavallo” o “Coronavirus canino: difendi il tuo cane”. Si cerca di acchiappare tutti i target di clientela, insomma.
Altri titoli ancora vanno a rubare spazio a libri di ottimo rango sull’argomento, variando di poco il titolo originale o riproponendo i colori e la tonalità del libro più famoso al quale vogliono confondersi. Insomma, per un po’ c’è stato il caos assoluto. Amazon ha sempre sostenuto che, di ogni argomento, cerca di fornire ai lettori il maggior numero di punti di vista. Questo è positivo. Ma il livello di saturazione raggiunto ha reso indispensabile, a mio modo di vedere, questa scelta di intervenire. Però è inevitabile che, quando si prendono in mano le forbici per tagliare gli arbusti selvaggi, è insito nei rischi dell’impresa che si recida anche qualche rosa. Come nel caso del libro Il mito dell’11 settembre e l’opzione dottor Stranamore, di Roberto Quaglia (Gassino Torinese, PSM, 2006), tolto nei giorni scorsi da Amazon, – vedi qui l’articolo specifico – forse per un capitolo finale dove si prospettano scenari futuristici post 11 settembre. Tra le altre cose, si scriveva della minaccia delle cosiddette armi biologiche etniche. No, non era da includere nella lista il bel libro di Roberto Quaglia. Anche perché altri di uguale tenore sono rimasti, per non parlare di tutti i romanzi polpettoni di simil fantascienza sulle guerre batteriologiche, che ovviamente stanno anch’essi cavalcando Wuhan e il Coronavirus. Ma siamo fiduciosi in un ravvedimento. Speriamo rapido.
Libri che scompariranno per sempre
Il cacciatore è andato alla ricerca di questi libri. Ne ho individuati con sicurezza una quindicina, ma sono infinitamente di più. Da Amazon sono stati già rimossi. Stanno ormai per sparire anche dalle copie cache di Google, tra qualche ora saranno completamente irrintracciabili. Anche altri colossi come Barnes & Noble o Alibris stanno operando scelte simili, proprio mentre scrivo queste righe. Questi libri saranno quindi svaniti per sempre, evaporati. Di loro non si saprà mai che sono esistiti, se non nelle poche copie rimaste e chissà se conservate, vista la pochezza del contenuto di molti di loro. Non ne sentiremo la mancanza, almeno nella stragrande maggioranza di essi. Però, come dico da sempre, come sostengo con convinzione, ogni libro distrutto, fatto sparire, reso indisponibile, è comunque un peccato capitale. Ci vorrebbe un archivio per queste pubblicazioni. Anche perché, quando le generazioni future studieranno il fenomeno, saranno preziosi. Sarebbero.
Ecco un galleria fotografica eloquente al riguardo (tutti rimossi da Amazon):