Blocchi, di Ferdinand Bordewijk; a cura di Antonio Gnoli e Franco Volpi; traduzione di Claudia Pietrobelli (Milano, AsSaggi Bompiani di narrativa, 2002).
Chi è l’autore?
Ferdinand Bordewijk (1884 – 1965) è stato un avvocato e scrittore olandese, formatosi nell’ambiente letterario della rivista “Forum“, autore di romanzi e racconti, oltre a poesie, drammi, critiche letterarie.
Il primo lavoro pubblicato dell’autore fu un volume di poesie, intitolato Paddestoelen (Funghi), sotto lo pseudonimo di Ton Ven. Il lavoro non fu particolarmente apprezzato. Tra le sue opere più famose: Blocchi (1931); Aurora boreale (1948); La cartella (1958); Notizie di lontano (1961). Il racconto distopico Blocchi rimane sino ad oggi (marzo 2022) l’unica opera dell’autore neerlandese tradotta in italiano insieme a Carattere bastardo, dal quale è stato tratto anche il film Character – Bastardo eccellente di Mike van Diem (vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero nel 1997). [fonte: Wikipedia]
Di cosa parla il libro?
La storia descrive una realtà distopica in cui una compagine statale è costruita secondo un geometrismo parossistico e basata sull’idea “totale” e ossessionante del blocco. Isolato dal mondo esterno e perfettamente ordinato e strutturato al suo interno, l’ordine cubico assorbe, assimila e annulla l’individuo.
Non rimane certamente alcuno spazio per la libertà, per la possibilità di autodeterminarsi, di individualizzarsi o individuarsi. Nel cubismo di stato tutto è comune, uniforme, stabile. L’irrazionale (il rotondo) è rigorosamente vietato. Chiara critica nel confronti del comunismo, è anche uno dei primi racconti distopici, cui poi seguiranno i ben più famosi Il mondo nuovo di Aldous Huxley e 1984 di George Orwell. [fonte: Wikipedia]
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)