L’arte affrancata. Dal Futurismo alla Mail Art
di Aldo Lo Presti
Se le vicende ed il nome stesso della Mail Art risultassero sfuggenti alla nostra attenzione, è sufficiente immergersi nelle dense e tuttavia scorrevoli pagine del volume di Eugenio Giannì dal titolo La Mail Art. Tra Futurismo e Inismo per sapere tutto, ma proprio tutto, dell’arte dell’“affrancamento”, sia delle “cartoline” (il “mezzo” ed il “fine” per eccellenza dell’Arte postale ideata da Ray Edward Johnson) sia dal “mercato” e perciò libera senza mescolarsi col denaro.
E su questi presupposti, dichiarare l’opera d’arte priva di senso, gratuita, svanente nel momento stesso della sua ricezione, per riapparire come segno e significato ab ovo, ritornando cioè all’origine, passando da una cassetta postale ad un’altra andando a formare una fitta rete di operatori d’arte e destinatari moltiplicata, per assurdo, a tutti gli indirizzi esistenti, sia quelli topografici (raggiungibili dai postini) sia quelli elettronici (amministrati dal big data), ed in entrambi i casi, partecipi a pieno diritto della medesima Mail Art.
Tutto questo (e molto altro) Eugenio Giannì racconta con la sicurezza che gli deriva dall’aver padroneggiato l’argomento utilizzando le più diverse fonti documentarie e bibliografiche a sua disposizione (tra archivi privati e pubblici), fonti che testimoniano “quanto” e “come” la Mail Art abbia attraversato buona parte del Novecento ritagliandosi una parte tutt’altro che secondaria.
Un viaggio effettuato con l’entusiasmo audace delle avanguardie storiche, dal Futurismo in avanti, passando attraverso le “cartoline” di Balla & C., Duchamp, Fluxus e del già citato Johnson, approdando, infine, all’INI, l’“Internazionale Novatrice Infinitesimale” ideata da Gabriel–Aldo Bertozzi, una specie di ritorno alla funzione primaria della creatività (persino monetizzabile, ma con giudizio) dopo la sua negazione operata dai protagonisti della corrente artistica postale.
Un libro che rispecchia l’echiana “vertigine della lista” dal momento che ha privilegiato non la semplice e immutabile descrizione delle cronologie riconducibili alle esperienze artistiche afferenti alla Mail Arte ma, attraverso una certa fluidità dinamica degli elenchi (anche geografici) dei quali non si conoscono ancora i confini, capace pertanto di rendere fertile di nuove ricerche le decine di nomi degli operatori della Mail Art, immersi sino alla … colla (dei loro francobolli) in una rete di condivisione di opere ed esperienze.
La stessa “condivisione” di interessi e culture che dal 2013 fa da “baricentro” alle attività della bottega libraria «El Doctor Sax – Beat and Books» (derivando il “titolo” da quello del romanzo di Jack Kerouac) e della sua costola operativa, l’omonima casa editrice, entrambe con sede a Valencia, due realtà nate grazie all’intraprendenza del torinese Gabriele Nero, cioè a dire l’editore della monografia del Giannì, che nel caso specifico si è avvalso della collaborazione di Francesco Melchiotti (editing e progetto grafico), Angelo Merante (autore dell’opera utilizzata per la cover) e Pamela Vargas (Design della copertina).
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