Ai mercatini, ai mercatini
I mercatini, croce e delizia per compratori e venditori. Sono i luoghi dove si fanno gli affari, dove si prendono (e si danno) le fregature, ma più in generale sono il sale di tutta la ricerca e la caccia al libro raro.
Già, infatti “ai mercatini” diventa la risposta alla domanda che più spesso ci viene posta: dove hai trovato quel libro?
Ai mercatini è dove si vanno a cercare i libri rari, “introvabili”, sfuggiti all’attenzione o anche solo quelle edizioni insolite, bizzarre e del tutto inaspettate che al loro apparire subito danno un senso alla nostra giornata di caccia.
Alcuni “luoghi del peccato” (solo alcuni…)
Ed è così che non si può fare a meno di parlare di ritrovamenti fatti al mercatino di Porta Portese di Roma (ogni domenica, tutto l’anno), ai tavoli espositivi del Salone del libro usato di Milano (a gennaio), presso le vetrinette dei librai antiquari di Tempo di libri (sempre di Milano; però a marzo), così come nei celeberrimi mercatini di Piazza Diaz a Milano (i primi tre giovedì di ogni mese), senza peraltro dimenticare la Fiera di Sinigaglia a Milano (ogni sabato).
…e poi ci sono le “botteghe dell’usato”
Ma non ci sono soltanto i mercatini in piazza, le cosiddette bancarelle dei ritrovi mensili o comunque a cadenza fissa. Nel nostro blog è vero che sono spesso citate queste location, che hanno un fascino particolare per noi amanti dei volumi. Però ci sono anche altri mondi.
C’è ad esempio il mondo delle botteghe dell’usato. Sì, è un ambiente senz’altro meno selezionato, meno “di classe”, ma è in grado regalare sensazioni uniche e, non di rado, piacevoli sorprese. Sto parlando del mercatino stabile e delle botteghe fisse dell’usato. Sono rivendite generaliste, come ce ne sono in ogni città, in ogni quartiere. Nel blog ogni tanto cito quelle dei quartieri Garbatella, Monteverde o Trastevere a Roma. Ma in ogni capoluogo ce ne sono a decine e decine.
Spesso sono catene, negozi di franchising e i nomi sono sulla bocca di tutti: Bottega dell’usato, Compra & Vendi, Usa & Riusa, Portobello, Qui si vende, Il mercatino dell’usato, Era usato adesso è tuo, ecc. Luoghi di vendita generalista, si è detto. Sì, e ci si trova di tutto, dai vestiti, alla mobilia, agli orologi, stoviglie da cucina, servizi di piatti, bicchieri, attrezzi da giardino, strumenti di ogni tipo, quadri, poster, pannelli e, naturalmente, ci sono anche loro: i libri.
Quanti libri ci sono di solito? Possono essercene un ventina soltanto, accantonati, buttati a marcire in un angolo, oppure possono essercene una stanza o un settore intero – e magari ben disposti sugli scaffali e divisi per materia. A venderli ci possono essere persone che li conoscono molto bene (i libri) – a me è capitato anche un ex editore – o persone che neanche li tollerano e vogliono disfarsene il prima possibile, perché la loro merce “di punta” è tutt’altro.
Sta a noi cacciatori di libri, a quel punto, sfoderare le nostre affilate e temibili armi per duellare con l’uno o con l’altro contendente, cercando di adottare la tattica giusta ad ogni circostanza. Sono una palestra di vita anche le botteghe dell’usato, non lo sapevate?
Il primo problema. Come si organizza la “gita per libri”?
A parte le manifestazioni fieristiche e i mercatini organizzati a cadenze prefissate, quando la nostra attenzione si rivolge alle botteghe dell’usato stanziali bisogna sempre osservare le seguenti precauzioni:
- Telefonare prima. Prima di affrontare un viaggio in auto (magari di parecchi chilometri) telefonare al mercatino per sincerarsi della sua attività. Noto che il 10-20% di questi mercatini alla prova dei fatti o risulta chiuso per fuori stagione, per turno settimanale, in via definitiva oppure trasferito in altra sede.
- Li tenete i libri? Quando si telefona, domandare sempre se c’è un reparto libri e se è fornito. Non rischiate: magari si tratta di un rigattiere che ha solo mobili, lampadari, orologi e qualche enciclopedia di cucina.
- Attenzione agli orari. Informarsi bene. Purtroppo il 99% di questi mercatini osserva un riposo pomeridiano piuttosto lungo (circa dalle 13 alle 15:30/16) e questo lasso di tempo “improduttivo” per il cacciatore va considerato nell’economia della gita.
- Delimitate un territorio “di caccia”. Consiglio di concentrarsi per zone. Ad esempio: Firenze est; Modena sud. Individuate 3-4 mercatini per ogni zona (quindi vicini fra di loro) e dedicatevi a quelli. Penso che quattro mercatini diversi sia il numero massimo che può essere ispezionato nell’arco di una mezza giornata (sessione mattutina o pomeridiana che sia), ma quello ideale è tre. A volte possono bastare 30/40 minuti per ispezionare un singolo mercatino; in altri casi servono un paio d’ore.
Il secondo problema. Che cosa ci dobbiamo aspettare?
In che condizioni si può presentare il “reparto libri” di una di queste botteghe dell’usato? Tre le situazioni-tipo, con molte sfumature in mezzo. Essenzialmente le tre situazioni-tipo sono:
Le tre condizioni sopra elencate sono ovviamente delle situazioni-tipo; l’ipotesi più frequente – per fortuna – è una via di mezzo tra la prima e la seconda; nel peggiore dei casi vi capiterà una situazione-2, ma non si può mai dire. Certo dover fronteggiare una situazione-3 mette a dura prova chiunque. Anche perché, se tanto i libri sono rovinati, è quasi inutile perderci tempo. Anche perché, se poi troviamo veramente un libro raro con le pagine che vengono via e magari tutto avvolto come una vite, sarebbe davvero un peccato. A quel punto, il consiglio è di valutare criticamente e obiettivamente se un intervento di restauro può o no restituire dignità al volume. Se la risposta che vi date è no, allora si lascia perdere.
Il terzo problema. Come si ispeziona il mercatino?
Le cose che dovrete avere con voi essenzialmente sono:
- zaino da spalla capiente; dopo anni di esperienza, ritengo sia la soluzione più discreta ed efficiente. Nello zaino non c’entrano molti libri, è vero, ma in certi ambienti si bada alla qualità, non certo alla quantità. Ad ogni modo la macchina deve essere parcheggiata a una distanza tale da permetterci un appoggio logistico.
- occhiali da lettura (se avete superato i 45 anni); se non ci si vede bene da vicino, state attenti a non dimenticarvi dei vostri occhiali; i dati sul colophon devono essere letti con attenzione, se non si vuole correre il rischio di portarsi a casa una trentaduesima edizione anziché una prima.
- salviettine rinfrescanti per le mani; quelle in dotazione sugli aerei sono eccellenti; maneggiare libri sporca le dita e con le stesse dita sporche si possono sporcare altri libri che non sono ancora sporchi (è uno scioglilingua). Sembra un dettaglio, ma al momento giusto lo apprezzerete.
- smartphone o tablet; bisogna potersi connettere al bisogno e controllare il “mercato” di un libro o di una particolare edizione; oppure – se il materiale è tantissimo – si possono fare delle foto da controllare in seguito. Essere organizzati tecnologicamente conviene, insomma. Ricordatevi di mettere nello zaino anche una power bank già carica pronta all’uso, la carica dei dispositivi non basta per un uso intensivo di una giornata a spulciare libri e connettersi a internet di continuo.
- contanti e monetine; i venditori apprezzeranno moltissimo l’acquirente con i contanti (in certe botteghe proprio non ce l’hanno il pos); anche monetine da 1-2 euro e centesimi tornano utili, anzi utilissimi.
- bigliettini da visita; non sempre, ma talvolta si individua un posto buono che ci consente di sperare per dell’ottimo materiale in futuro. Meglio avere già pronto un bigliettino con scritto ben chiaro che libri state cercando da lasciare al venditore – sarà quindi lui a chiamarvi per avvertirvi che “è arrivata merce interessante”. Realizzate qualcosa di semplice, senza liste che tanto nessuno controllerà mai. Un bigliettino da visita con scritto: “Cerco libri di xxxxxxx, nome cognome, mail, cellulare. Se son rose, fioriranno.
Due semplici regole per farsi apprezzare
Salutare, presentarsi. Lo so, è banale, scontato, forse fuori moda. Ma entrare, fare un sorriso, dire: “buon giorno, mi interessano i libri; dove li posso trovare? Ho uno zainetto in spalla, lo posso lasciare da lei in un posticino sicuro?” è il modo migliore per creare subito un clima amichevole. Anche perché alla fine lo sconto lo volete, no? Viceversa, se entrate sgusciando dentro il negozio (con uno zaino in spalla) e sparite subito dalla vista, non avete trovato il modo migliore per iniziare. Spero concorderete.
Lasciare i ripiani più ordinati di come li avete trovati. Ecco, è ovvio che non sempre sarà possibile (a volte dei ripiani veri e propri neanche ci saranno). Però man mano che si finisce di consultare una fila, un ripiano, uno scompartimento, magari si potrà dare una sistematina secondo coscienza. Quanto meno, rigirare per il verso giusto i libri trovati capovolti, riempire i vuoti, serrare le fila. Anche se questa può sembrare una inutile perdita di tempo, il venditore (specialmente se è una donna) noterà e apprezzerà; la prossima volta che tornerete sarete voi ad essere accolti con un sorriso e avrete lo sconto assicurato.
Modus operandi
- Metodi di ispezione; a) analitico; b) a colpo d’occhio. Volendo semplificare al massimo, nelle botteghe dell’usato si cerca in due maniere. O “ci si fa da una parte” e si ispeziona libro per libro, in tutti gli scaffali, in tutti i settori, in tutte le librerie e in tutte le stanze ove ci sono libri, oppure… Oppure si fanno due passi indietro e si guarda il tutto da una certa distanza. Il che sa un po’ di yin e yang, ne convengo, ma a volte (specialmente quando il tempo a disposizione è limitato) è giocoforza. Si osserva il campo di battaglia e si escludono convenientemente angoli e settori con materiale che non ci può interessare (che so… lì no perché ci sono riviste di moda e arredamento; là neppure, ci sono vecchie enciclopedie, ecc.). Inoltre, si fanno ragionamenti, deduzioni: (a) Quel materiale si trova “dietro a tutto”, quindi è stato meno consultato, perché non ci si riesce ad avvicinare (situazione frequente) e quindi può riservare qualche sorpresa; (b) Qui ci sono libri sullo stesso argomento; meglio domandare al venditore se proviene dalla stessa casa; ne potrebbe avere dell’altro non ancora esposto, oppure ne arriverà a breve: nulla di scientifico, ma sono comunque possibilità da non scartare; (c) questi titoli sono esattamente quelli dell’ultima volta che son venuto, e nello stesso ordine, non c’è nulla di nuovo, meglio passare oltre.
- L’uso dello smartphone/tablet. L’uso smodato dello smartphone, specialmente se siete a vista del venditore, può spazientire quest’ultimo. Se vi etichetta subito come cacciatore di libri, potete dimenticarvi sconti e trattamenti di favore. Brutto sentirsi dire al momento del conteggio: “allora, ha scoperto qualche rarità in vendita su ebay a cento euro”? Cercate di usare tutta la tecnologia di cui disponete, ma con discrezione e tatto.
- Non saltate le “seconde file”. A volte il materiale esposto è così tanto che dopo un po’ si è francamente stanchi e gli occhi bruciano, così magari – per abbreviare il nostro giro, saremmo tentati di saltare le seconde file (cioè le file dietro). Laddove, per insufficienza di spazio, il venditore ha parcheggiato file di volumi una dietro l’altra, è faticoso rimuovere quelle davanti per poter fisicamente raggiungere le altre dietro. Se si comincia a farci prendere dalla pigrizia, allora è il momento di concederci una pausa.
- gli “scatoloni”. Lo scatolone rimane sempre al centro di ogni disputa; in libreria è sempre da tener d’occhio perché è lì dentro che ci sono i nuovi arrivi, ma anche dal rigattiere o nella bottega dell’usato può essere la stessa cosa. Concentrate l’attenzione soprattutto sugli scatoloni irraggiungibili fisicamente perché ostruiti da vario materiale accatastato (cosa frequentissima).
- gli “sconti”. Beh, come si sa il prezzo dipende anche da quanto tempo il libro si trova in conto-vendita, come si suol dire; pertanto, 3 euro con la data di sei mesi fa significa generalmente che quel libro adesso costa 1,50 euro. Inoltre, è chiaro, un conto è comprare un libro e un conto è prenderne dieci; nel secondo caso si può lecitamente chiedere un arrotondamento. Altri fattori, come per esempio se siete un abitudinario, se vi ha mandato un conoscente comune o se entrate subito in confidenza perché siete un gran simpaticone, avranno il loro peso.
Il quarto problema: come gestire il “bottino”
Una volta a casa, si controlla il bottino faticosamente conquistato. Per prima cosa si ispezionano uno a uno i nuovi arrivati e si va su internet per vedere se ci sono copie dello stesso libro (e della stessa edizione) in vendita. Questo, almeno in parte, dovreste averlo già fatto direttamente al mercatino/bottega dell’usato, ma controllare con calma tutti i siti principali non guasta. All’occorrenza potete seguire le indicazioni che do sull’articolo Come si fa a sapere se un libro esiste. Alla fine di questo lavoro di controllo si ha un’idea abbastanza precisa di quanto può fruttare la gita per libri appena conclusa. Chiaramente alcuni libri saranno stati acquisiti per la nostra collezione personale, altri per essere rivenduti o scambiati e altri ancora – insoliti, bizzarri, sconosciuti – saranno stati da noi acquisiti per curiosità intellettuale e per il vecchio ma sempre valido motivo dello “stai a vedere che…”.
Le etichette adesive
Una delle seccature maggiori è costituita dalla presenza delle odiose etichette adesive che il venditore appone sulla merce, con tanto di codice a barre, prezzo e data di ingresso dell’oggetto in negozio. I libri – purtroppo – non fanno eccezione, ed ecco che anche loro subiscono quest’onta a quanto pare inevitabile. I venditori schedano tutti gli oggetti in esposizione con un codice a barre. Il codice viene associato all’oggetto stesso tramite l’apposizione di un’etichetta adesiva. Nel caso dei libri l’etichetta tende ad aderire molto bene e si toglie quindi con difficoltà. Nella galleria fotografica che segue ecco tre “casi” frequenti:
Il caso più semplice è costituito dal libro con copertina o sovraccoperta plastificata. Essendo la superficie lucida/lavabile, l’etichetta è asportabile se la si inumidisce con un batuffolo di ovatta intriso di poche gocce di solvente (trementina, acetone, alcool); dopo di ciò si può grattare pian piano e togliere a pezzettini. Residui di colla si asportano con batuffolo di ovatta e solito solvente.
Nel libro cartonato, invece, l’operazione è più complessa. In genere viene usata una fonte di calore diretta per sciogliere la colla dell’etichetta (un phon è l’ideale); dopo alcuni minuti l’etichetta tenderà a scurire e perderà adesione alla superficie cartonata del libro; tirandola da un angolo e procedendo con cautela, la si potrà asportare. Residui di colla possono essere asportati con cautela adoperando della gomma pane e una certa dose di pazienza; se la cartonatura è colorata attenzione a non creare un alone.
Etichette apposte su fogli di guardia complicano la questione; le etichette sulle alette di copertina sono meno visibili ma devono comunque essere rimosse, e ci vuole cautela.
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