Alcuni di questi libri non riuscirete mai a leggerli (vi ho avvertito)
Libri illeggibili o libri difficili da leggere? Il nocciolo della questione sta tutto qui. Non si tratta di autori controversi, ma solo di libri scritti in linguaggi misteriosi, di manoscritti che sembrano attraversare i secoli, inviolati e inviolabili. E poi libri in europanto, in lingua klingon o in nostrano friulano, a prendere per mano ora William Shakespeare ora Sherlock Holmes, per trascinarli in traduzioni improbabili e rare.
Di libri scritti in linguaggi misteriosi se ne parla da secoli. La vicenda del Codice Voynich è ben nota ed è il primo caso eclatante di un testo, nel caso specifico si tratta di un manoscritto, redatto in una lingua sconosciuta.
Ma mentre questo codice è un vero e proprio linguaggio misterioso, ancora inviolato, altre lingue dei giorni nostri, nelle quali sono stati scritti insoliti libricini, destano una certa curiosità.
Mi è capitato di trovare, su di un catalogo antiquario, il libro Las Adventures des Inspector Cabillot di Diego Marani (Paris, Éditions Mazarine, 1999). La relativa scheda, alla voce “lingua”, recitava imprudentemente: francese. Il libraio non deve averlo neanche sfogliato, accontentandosi di dare solo un’occhiata al titolo. Se lo avesse aperto e letto frasi come: “Aquella night, Cabillot hide sichself le long van de carretera des avioporto”, si sarebbe convinto, come minimo, a consultare un vocabolario. Eh, sì, perché si trovava di fronte un particolarissimo libro (probabilmente l’unico) scritto in una lingua nuova, l’europanto.
Dell’autore e del suo linguaggio artificiale si è occupata a tempo debito la stampa di mezzo mondo. Aggiungo solo, per meglio chiarire, che l’europanto è un’ottima sintesi delle maggiori lingue europee, coadiuvata da opportuni inserimenti di termini latini. Presenta molte sfumature d’uso, perché è evidente che il tedesco tenderà a elaborare un europanto più pangermanico rispetto a un italiano o a uno spagnolo, che opteranno per una versione decisamente più latineggiante.
Il libro di Diego Marani è già esaurito da tempo. Rarissimo nelle collezioni pubbliche in Italia, dove la sola Biblioteca Ariostea di Ferrara sembra possederne una copia consultabile. La scheda della biblioteca si salva, e nel campo “lingua di pubblicazione” scrive: lingua imprecisata. Ultimamente anche altre due biblioteche, sempre del ferrarese, lo hanno inserito nei loro database. Nel 2012 il libro di Marani è stato ristampato da Dedalus Books.
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Benvenuti sul pianeta dei Klingon
Ma se Marani ha voluto miscelare i linguaggi più comuni, per renderli comprensibili a tutti quanti, c’è anche chi ha voluto scrivere una lingua nuova senza attinenze con idiomi esistenti o esistiti. La ghiotta occasione l’ha fornita la saga tv di Star Trek, universalmente nota, e il popolo dei fieri Klingon, una razza guerriera proveniente dal pianeta omonimo. È stato così che i vari Marc Okrand & friends hanno cominciato a elaborare le regole di questa lingua gutturale e a tratti quasi animalesca. Ecco che sono nati The Klingon Hamlet (New York, Pocket Books, 2000) e il ghIlghameS (Flourtown, KLI, 2000), cioè le traduzioni in lingua klingon dell’Amleto di Shakespeare e della saga di Gilgamesh.
Marc Okrand è anche l’estensore del dizionario English/Klingon Klingon/English (New York, Pocket Books, 1985), con cui il neofita può muovere i primi faticosi passi in questo mondo nuovo e dissonante. Si apprende pertanto che “To be or not to be” in klingon si scrive “taH pagh taHbe’”, e sulla pronuncia volentieri sorvolo.
Per terminare questa mini-rassegna di curiosità linguistiche, mi addentro brevemente nell’universo sherlockiano, con due traduzioni d’autore. Si tratta di Il câs dal rubin turchin (Udine, Clape Culturâl Aquilee, 1981) e Il câs des Gimulis Stoner (Udine, Clape Culturâl Aquilee, 1983). Sono i corrispettivi friulani di Il caso del carbonchio azzurro e La banda maculata, due dei sessanta racconti di Arthur Conan Doyle aventi come protagonista Sherlock Holmes di Baker Street. Le versioni si devono a un professore gallese di Cambridge, Douglas B. Gregor, folgorato a tal punto dalla lingua friulana da ammazzarsi di fatica. Nascono così le perle rare.
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