"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Fantazaria (Roma, 1966 – 1967) di Carlo Ottone (Edizionmi SO, 2022)

Esce oggi il volume Fantazaria (Roma, 1966 – 1967) di Carlo Ottone, ed esce come n. 1 della serie Riviste delle Edizioni SO. Il volume è stato stampato in appena 60 copie non numerate, nella consueta veste grafica. Vedi qui gli altri volumi della collana.

 

 

Così scrive Raimondo Biffi nell’introduzione al libro:

Dopo più di 50 anni è difficile ricordare come venne l’idea ad Alberto Gini e a me di pubblicare una rivista sulla linea della francese Bizarre e dell’italiana Il delatore. Eravamo due giovani senza alcuna esperienza né conoscenza del mondo editoriale.
Ma negli anni ’60 tutto era più semplice: trovammo una grande disponibilità ad ascoltare il nostro progetto, anche se quasi nessuno riusciva a capire esattamente quale fosse il tema della rivista e il significato del titolo.
Tra gli altri, ci diedero fiducia due importanti personaggi dell’editoria: Paolo De Benedetti della Bompiani e Mario Spagnol della Feltrinelli con il loro Viaggio in limerick sul Reno e dintorni.

Il giornalista e bibliofilo Alberto Consiglio ci propose la lettera di Un delitto d’amore che era stata inviata al quotidiano Il Tempo.
Per le foto del Museo del diavolo facemmo irruzione nella sagrestia della chiesa del Sacro Cuore del Suffragio con il fotografo Pasquale De Antonis. Fummo scacciati, ma fortunatamente il sagrestano ci fece poi rientrare.

Incontrammo Giordano Falzoni, personaggio della scena artistica romana, un geniale outsider che conosceva tutti e amava far incontrare le persone. Lo schiacciaparole conquistò Eugenio Montale che curava sul Corriere della Sera la pagina del Corriere letterario.

Purtroppo la recensione non aiutò le vendite, Fantazaria aveva una distribuzione molto ridotta e, come predisse Bernardino Zapponi quando lo incontrammo, avrebbe avuto vita corta. Anche se con nostra grande sorpresa ci furono cinque richieste di abbonamento.

La rivista fu accolta con grande entusiasmo dagli artisti del gruppo Surfanta: da Enrico Colombotto Rosso a Renzo Margonari che ci intervistò per La Gazzetta di Mantova; ci univa la passione per l’insolito e il surreale.

Oggi il primo numero sarebbe considerato un perfetto esempio di Camp secondo la definizione data da Susan Sontag nel suo saggio del 1964 Notes on Camp. Ma all’epoca questo termine era quasi sconosciuto in Italia, anche se il nostro intento era il medesimo: mostrare esempi di stravaganza, eccentricità, eccesso.
Fu Giordano Falzoni a convincerci, dopo molti nostri dubbi, a dedicare il secondo numero all’artista americano Roy Lichtenstein. Il gallerista Leo Castelli aveva pensato che dei testi di critici italiani avrebbero influito sul giudizio della giuria della Biennale di Venezia, a cui partecipava Lichtenstein.

Il tentativo fu vano. Alla presentazione del volume a Venezia noi non c’eravamo e Falzoni fu attaccato da artisti e galleristi che lo accusavano di aver tradito l’arte italiana.
Dopo una lunga pausa esce il terzo numero che risente in pieno dello spirito del tempo. Vi sono dei testi che lo legano ancora al tema del primo, ma la seconda parte rispecchia l’attualità: era nata la controcultura, un movimento americano che si stava espandendo anche in Europa. Con il dossier sul cinema underground ne cercammo testimonianze in Italia.

Le interviste del documentario di Antonello Branca mostravano la vitale scena newyorkese della Pop Art e affini.
Un lettore del primo numero, Mario Perniola, ci scrisse consigliandoci di pubblicare degli estratti dal pamphlet situazionista: De la misère en milieu étudiant che avrebbe anticipato e ispirato il movimento del ’68 in Francia.
Ormai la realtà ci aveva travolto: il nostro interesse per la fantasia e la bizzarria dell’inizio lasciava lo spazio agli eventi del presente.

Fondammo l’Arcana Editrice che si sarebbe occupata soprattutto della cultura giovanile di protesta e di musica pop. Ma nell’Arcana Editrice ritroviamo Bernardino Zapponi con la prefazione a Mastro Titta, Mario Perniola con la sua rivista Agaragar e Ornella Volta con l’introduzione a La cometa del desiderio di Benjamin Péret. Alla fine un fil rouge con Fantazaria c’è stato.

 

 

Disponibilità del libro (sempre aggiornato)

 

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