Segnalazione Flash – Il nome della rosa edizione illustrata
Quarant’anni che sembrano ieri pomeriggio
Il nome della rosa edizione illustrata – questo il mantra che deve recitare (possibilmente ad alta voce) il lettore che entra in libreria questi giorni di riapertura dopo gli sconquassi del Covid-19. La Nave di Teseo pubblica un’edizione speciale con disegni preparatori dei personaggi fatti direttamente dell’autore. E non solo dei personaggi, ma delle ambientazioni, del monastero, dei vestiti, dei libri, della biblioteca. Il lettore potrà così capire quello che c’è dietro la stesura di un romanzo storico, e soprattutto un romanzo come Il nome della rosa, che, a detta della critica internazionale, ha riscritto un genere, ha rimodellato la concezione del giallo post moderno ma d’ambientazione storica, colta e coltissima. Si è fatto un gran parlare in questi quarant’anni, cioè ieri pomeriggio, delle chiavi di lettura, dei differenti livelli di comprensione di un romanzo che in effetti può essere letto da chiunque in modo che chiunque ne tragga degli insegnamenti. Diversi per ognuno, ma parimenti preziosi. Non ho neanche citato l’autore. Odio il superfluo.
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Avete bisogno di una guida per leggere questo libro?
Eco: guida al Nome della rosa, di Bruno Pischedda (Roma, Carocci, 2016). È il 1980 quando Il nome della rosa esce in libreria e si impone all’attenzione di tutto il mondo. Si tratta di un romanzo avvincente, ricco di questioni sottili, per intendere le quali occorre uno strumento agevole ed efficace. Sotto la lente del critico non cadono solo gli aspetti letterari, ma anche i contenuti filosofici e politici che riconducono il lettore al clima arroventato degli anni Settanta. Chi si nasconde sotto la maschera di fra Dolcino? E il riso di cui tanto si discute è un valido antidoto contro qualunque fanatismo, o è una strategia che consente di ripristinare la narrativa popolare di ieri? Rispondere a simili domande significa entrare nella fucina di un grande intellettuale come Eco e chiedergli conto di cosa sia stato il postmoderno: una delle etichette più discusse lungo il tardo Novecento, ma che solo nella vicenda di Adso e Guglielmo sembra trovare un’applicazione esemplare.
Saggi su Il nome della Rosa, a cura di Renato Giovannoli (Milano, Bompiani, 1985).