Federico Caffè: un altro caso Majorana?
Federico Caffè (1914-dopo il 15 aprile 1987) è stato un grande economista italiano. Abruzzese di Pescara, ha però vissuto la maggior parte della sua vita a Roma, dove ha insegnato Politica economica e finanziaria all’Università. Viene ricordato soprattutto per aver diffuso la cosiddetta “dottrina keynesiana” in Italia, ossia la visione del mondo del grande economista inglese John Maynard Keynes (1883-1946), il maggiore del XX secolo.
I suoi libri
L’opera che rappresenta al meglio il pensiero e le teorie di Federico Caffè è Lezioni di politica economica (Torino, Boringhieri, 1978). Molto difficile imbattersi nella prima edizione; in commercio ci sono quasi sempre edizioni successive, cosiddette “ampliate”.
Da ricercare sono i suoi primi lavori, in particolare quelli che potrebbero in assoluto essere stati il suo debutto da saggista: Rassegna di pubblicazioni economiche (Roma, Nuove Grafiche, Roma, 1942) e Aspetti della situazione economica internazionale nel 1941 (Roma, Nuove Grafiche, 1942). Purtroppo sono anni che non si vede in vendita qualche copia di queste rarissime pubblicazioni degli esordi.
Tra i libri più noti dell’economista pescarese c’è sicuramente il postumo La solitudine del riformista, a cura di Nicola Acocella e Maurizio Franzini (Torino, Bollati Boringhieri, 1990).
Interessante su eBay una copia di Frammenti per lo studio del pensiero economico italiano (Milano, A. Giuffrè, 1975) con una lettera autografa di Caffè ripiegata tra le pagine. Da approfondire. Qui la copia
Un mistero che dura da oltre trent’anni
La vicenda più curiosa legata al nome di Caffè non attiene però alla sua attività accademica – sebbene sotto il suo insegnamento si siano formati insigni economisti, come per esempio Mario Draghi (classe 1947) – ma alle vicende misteriose e mai chiarite circa la sua improvvisa scomparsa avvenuta il 15 aprile del 1987. Tale circostanza ha scatenato innumerevoli teorie ed illazioni, e non pochi hanno messo in parallelo la vicenda della scomparsa di Federico Caffè con quella, altrettanto misteriosa, del fisico siciliano Ettore Majorana nel 1938.
Ovviamente le due vicende non hanno e non possono avere nulla in comune, basti pensare ai 49 anni che le separano. Tuttavia entrambe sorprendono per la loro indeterminatezza. Non c’è cosa che colpisca e scateni la fantasia umana più del mistero. Sono le vicende che non hanno spiegazioni, gli enigmi irrisolti (e tra queste la scomparsa di persone in vista) che di fatto mettono in moto l’ingegno e il ragionamento. Ma non sempre si riesce a trovare il bandolo della matassa. Su Majorana ormai il tempo accumulatosi non ci permette più di rintracciare testimoni o persone informati sui fatti. Su Caffè, forse c’è ancora qualche speranza in questo senso, tuttavia le condizioni non appaiono particolarmente propizie neanche per lui.
Una scomparsa improvvisa
Federico Caffè scomparve, come detto, all’alba del 15 aprile del 1987 e quasi tutti coloro i quali lo conoscevano e lo frequentavano al tempo riferirono delle preoccupazioni che l’ormai ex docente universitario aveva loro esternato. Caffè era seriamente preoccupato circa il suo avvenire. Aveva da poco perso sia la madre che l’amata “tata”; inoltre doveva accudire il fratello, seriamente malato. Lo stesso fratello, che dormiva nella stanza accanto alla sua, non si accorse nulla il giorno della sua scomparsa. A quanto pare nessuno lo notò allontanarsi da casa.
Le prime ricerche furono portate avanti dai suoi studenti universitari, che, sebbene rastrellassero l’intera città, non ebbero successo. Non fu mai trovata alcuna traccia del professore. Né allora, né in seguito. Così, le stesse teorie che si erano fatte per la sparizione di Ettore Majorana mezzo secolo prima, tornarono di nuovo utili: rapimento, allontanamento volontario (ritiro in un convento?), suicidio, incidente imprevedibile (con istantanea sparizione del corpo).
Si dice che Caffè fosse rimasto molto colpito dal suicidio di Primo Levi, avvenuto quattro giorni prima, esattamente l’11 aprile. Lo scrittore si era gettato per la tromba delle scale del palazzo dove abitava, a Torino. E Caffè si era affranto per lo strazio dei suoi parenti, lamentandosi non tanto del gesto in sé, quanto del fatto che Levi non avesse scelto una maniera più discreta e pulita per farla finita.
Il probabile stato depressivo di Caffè, potrebbe anche essere stato causato, secondo alcuni, dalla amara constatazione che la sua visione della politica economica internazionale aveva forse fatto il suo tempo e che gran parte dei suoi studi potessero essere ritenuti superati e non trovare più l’appeal dei tempi migliori.
Il tribunale di Roma ne dichiarò la morte presunta l’8 agosto del 1998; l’economista, se in vita, avrebbe dovuto avere 84 anni.
Libri sul caso di Federico Caffè
Non sono moltissimi i libri sul caso della sparizione dell’economista, ma i pochi sono realizzati molto bene. Spiccano i due del collega Bruno Amoroso, di cui esistono anche delle ristampe più recenti.
L’ultima lezione: la solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato (Torino, Einaudi, 1992).
La stanza rossa: riflessioni scandinave di Federico Caffè (Troina, Enna, Edizioni Città Aperta, 2004)
Memorie di un intruso, di Bruno Amoroso (Roma, Castelvecchi, 2016).
Quale era il suo legame con Luigi Einaudi?
Federico Caffè scrisse anche sull’attività editoriale di Luigi Einaudi. Vi sono almeno cinque opuscoli (in realtà sono tutti degli estratti da vari periodici) che ci sono pervenuti. Ne fa fede il sistema bibliotecario. Tra questi è recentemente spuntata la copertina di Luigi Einaudi 1874-1974, di Federico Caffè (Milano, Cisalpino Goliardica, 1974). Mai osservato negli ultimi dieci anni sul mercato librario online. Molto curiosa l’acquisizione e il confronto tra questi estratti.
Gli altri quattro scritti dell’autore sul medesimo argomento sono:
Einaudi e i suoi libri, di Federico Caffè (Senza luogo di stampa, senza dati editoriali, senza anno); estratto da Il Veltro, rivista della civiltà italiana, gen.-apr. 1982.
Luigi Einaudi, di Federico Caffè (Torino, Unione tipografico-editrice torinese, [dopo il 1967]; estratto da Prezzi e produttività, della Società italiana degli economisti.
Luigi Einaudi e le “Cronache economiche e politiche di un trentennio (1893-1925)”, di Federico Caffè (Firenze, L’arte della stampa, 1974); estratto da Cultura e scuola, nn. 49-50, gennaio-giugno 1974.
Luigi Einaudi nel centenario della nascita, di Federico Caffè (senza luogo di stampa, senza dati editoriali, senza anno); estratto da: Libri e riviste d’Italia, a. 26, 1974.
Disponibilità dei libri citati (sempre aggiornato)
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LUIGI EINAUDI 1874-1974. Federico Caffè Published by Cisalpino-Goliardica, Milano, 1974
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[Si ringrazia Angelo Paratico per lo spunto iniziale e la Libreria BacBuc di Roma per la foto fornita di “Luigi Einaudi 1874-1974”]