Il mel ball, le spy stories e il sapone: un affare italiano
di Alessandro Brunetti
Questa storia nasce per caso da una chiacchierata, di cui fui casuale testimone, tra mio figlio e alcuni suoi amici, e che verteva sui ricordi di scuola. I tre, ormai trentenni, parlavano degli sport praticati alle medie. E due di loro asserivano di aver praticato, tra le altre, anche la disciplina del melball, una sorta di baseball che poteva essere giocato sia al chiuso che all’aperto. Lo avevano fatto in due scuole diverse, e uno dei due ricordava che la professoressa di educazione fisica, aveva presentato questo sport come un’invenzione di un certo Meldrum, che lei aveva personalmente conosciuto.
La curiosità è una molla che spesso ti porta lontano. Ma in questo caso, lontano è davvero riduttivo. Ma procediamo con metodo, perché la materia è complessa e piena di ombre, e capiremo avanti perché dico questo.
Inizio a cercare e effettivamente il melball è un gioco derivato dal baseball. Il primo risultato è addirittura il regolamento. Chi ha dato vita a questo sport aveva in mente un concetto pedagogico ben organizzato. In pratica tutti fanno tutti i ruoli, a rotazione. E gli incontri sono dei triangolari, per cui una classe scolastica, divisibile in tre parti, è effettivamente l’insieme ideale per il melball.
Secondo internet esiste anche una Federazione Italiana Mel Ball (scopro che va scritto così), con una sede nel quartiere romano dell’EUR. Ma non trovo nessun numero di telefono, solo un nome di una segretaria di cui non ci sono tracce.
Continuo a cercare e nel sito degli Oratori Estivi Romani trovo di nuovo un regolamento, scritto bene e molto chiaro, che descrive modalità e finalità del Mel Ball. Oratori Estivi? Roba di preti. E ora che ci penso i due amici di mio figlio che si erano cimentati oltre venti anni fa in questa disciplina, le scuole medie le avevano fatte in due distinti istituti romani, accomunati però dall’essere scuole cattoliche.
Su un sito francese dedicato ai professori di sport e ginnastica, trovo un estratto delle regole del gioco e un nome e cognome: Gilbert Meldrum. Bene! Allora Meldrum esiste davvero. Ma chi è Gilbert Meldrum e perché ne parlo qui, a casa di Simone Berni cacciatore di libri?
Ricostruendo un puzzle di cui mi mancano ancora diversi pezzi, posso dire che Gilbert S. Meldrum è nato a Provo (Utah) il 17 ottobre 1917. Si laurea alla BYU di Provo e negli anni ’40 indossa la divisa dell’esercito americano. Verso la fine del conflitto mondiale lo troviamo in Italia, a Napoli. Qui si occupa di interrogare le persone che si sospetta abbiano avuto un legame con il PNF o con altre strutture del ventennio.
Ne parla un certo Brendan Connors nella sua tesi di laurea, discussa all’Università di Cagliari. A un certo punto Meldrum scompare dai radar, per ricomparire a metà degli anni ’70 come dirigente del Saponificio Annunziata di Ceccano, provincia di Frosinone. La società è famosa anche e di più con il nome di Scala. Ha lottato, fino a quando ha potuto, contro i big dei detersivi, ma poi ha dovuto cedere. Troppi soldi da investire per nuovi prodotti e nuovi macchinari, impossibile tenere testa alle multinazionali del sapone. Oggi rimangono delle vestigia degne dell’archeologia industriale, sempre più fiorente nel nostro occidente post fabbriche.
Una mia ipotesi è che il signor Gilbert S. Meldrum possa aver messo la sua esperienza di uomo dei Servizi al servizio di un’azienda che voleva porsi su un mercato internazionale, continuando magari a servire la sua bandiera. Oppure si era innamorato dell’Italia e di quella zona tra Lazio e Campania, da fargli scegliere di rimanere qui. Però era così americano da far sì che il baseball fosse di casa anche a Ceccano. Tanto che in occasione di un raduno del 2018 di ex giocatrici della locale squadra softball, il giornale del luogo cita proprio Gibert Meldrum come fondatore della squadra e dirigente della Annunziata a metà degli anni ‘70. Vale la pena ricordare che tra Ceccano e Gaeta, base americana per lungo tempo, la distanza è davvero poca.
Poi ho un’intuizione. Cerco il suo nome sui più noti siti di libri usati, vecchi e rari. E Gilbert S. Meldrum esce allo scoperto. Il primo titolo in cui mi imbatto riporta il suo nome completo di S. (Smith), ed è E Quando Se Ne Vanno? (Napoli, Morano, 1946). Il titolo sembra provocatorio. Ma a parte la copertina, data e luogo di edizione si possono solo supporre, attraverso dei riferimenti incrociati.
Continuo a spulciare la rete, ormai la caccia è iniziata. Ed ecco che esce fuori Cane Mangia Cane, a firma Gilbert Meldrum, stampato ad Aprilia nel 1983. Luogo e data sono compatibili con il nostro agente baseball. E subito dopo ecco un altro titolo a effetto: La Strana Guerra Di Mr Churchill Contro La Ciociaria (Aprilia, Ingred, 1984).
Qualcosa mi dice che in quei libri ci sono delle risposte sulla vita e sul pensiero di Gilbert, che vanno ricercate. Dai titoli sembra quasi che volesse togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Quella che era nata come curiosità senza un fine preciso e senza una meta necessaria, è diventata una storia complessa, dove la Storia si intreccia con lo sport, l’intelligence service, i saponi. E tre libri dimenticati, ma che messi insieme hanno ancora molto da dire.
Gilbert Meldrum traduttore?
Nella ricerca spunta anche un’edizione de Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain (Napoli, Istituto Editoriale del Mezzogiorno, 1966) la cui traduzione è attribuita allo stesso Gilbert Smith Meldrum di cui qui stiamo discorrendo. Quindi, il nostro si sarebbe cimentato anche in questa veste, dopotutto.
Disponibilità dei libri (sempre aggiornato)
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Cane mangia cane, di Gilbert S. Meldrum
La strana guerra di Mr. Churchill contro la Ciociaria