CI SONO ALCUNE FAVOLE DI CUI NON VORREMMO MAI SENTIRE LA PAROLA FINE. Perché invariabilmente porterebbero a perdite così grandi che nessuno vuole davvero affrontare. Semplicemente, non ne avremmo la forza.
In termini di amicizia, di spessore umano, di volontà propositiva, di indefesso attaccamento alla ‘causa’ e soprattutto nella sua insostituibile forma di ‘archivio vivente’ in fatto di titoli, edizioni e autori nessuno potrà mai eguagliare o avvicinare Enrico Pofi, romano, collaboratore della prima ora del nostro blog CACCIATORE DI LIBRI. Da sempre memoria storica del più grande mercatino delle pulci italiano, Porta Portese.
Instancabile, rigoroso, presenza fissa e immutabile negli anni, i lettori ben conoscono i pezzi settimanali firmati E. P. che hanno fatto conoscere autentiche rarità, che a volte possono capitare per pochi euro. A coloro che sanno vedere.
Mitiche e innumerevoli le sue scorribande per le librerie di Roma, in particolare presso: la Libreria Fahrenheit 451 di Campo de’ Fiori, le bancarelle di via Enrico Fermi, la Libreria Anicia di via San Francesco a Ripa, il mercatino di Via Somalia, il mercatino della Garbatella di via Manfredo Camperio, il mercatino di via dei quattro venti a Monteverde, il mercatino a via Roiti, Le Feltrinelli di Viale Marconi e Largo di Torre Argentina, il mercatino di via Ettore Rolli in zona Marconi, le bancarelle di Via Arenula, la Libreria Pugacioff in via Andrea Busiri Vici, la Libreria Arion del Testaccio, le bancarelle di Viale Trastevere, la Libreria Cesaretti al Collegio Romano, la Libreria Simon Tanner di via Lidia, il Centro Commerciale Parco Leonardo a Fiumicino, la Libreria Arion al Centro Commerciale Euroma2, la Libreria Coliseum di via del Teatro Valle.
Scusate il lungo elenco, ma ho voluto ricordarne quante più ho potuto – e mi scuso per le dimenticanze. Questo per testimoniare il certosino lavoro da cacciatore di libri autentico. Il rigoroso metodo di rastrellamento sempre alla ricerca del pezzo raro, o anche solo curioso, insolito, particolare.
Non ci sono parole nel descrivere il contributo di Enrico. Non esistono aggettivi. E faccio in modo che non ci siano lacrime da versare per me e per chi lo ha conosciuto. Lui non vorrebbe.
Riservato, amante della sua privacy, entrava e usciva in punta di piedi. Pochi si accorgevano di lui. Rarissime le foto che lo ritraggono (faccio un’eccezione, lui mi perdonerà). Schivo, dalla voce pacata, dai modi cortesi.
Lo ha probabilmente minato questa lunga pandemia, questa segregazione forzata, le sue sane abitudini – le lunghe camminate – bloccate di colpo.
Nonostante l’affetto e l’amore delle sue care Annamaria, Carmen, di Cosma ed Elena.
“Simone, non è detto che domenica possa fare il mio consueto servizio da Porta Portese”, dalla sua ultima mail. E poi mi è arrivata la notizia, venerdì 23 luglio.
Ciao Enrico, domenica leggiamo comunque il tuo contributo, ne metto uno per te, non ti preoccupare, amico mio. Ci vediamo la prossima volta che passo da Roma. Ho tanti libri di cui parlarti…