I nuovi incunaboli della nuova “Era Digitale”
di Aldo Lo Presti
Convinti del fatto che non esista un collezionismo maggiore o minore ma solo collezioni più o meno progredite, possiamo senza dubbio dichiararci, noi che di questa passione soffriamo dolcemente, tutti un po’ Pellegrino Tyss, il protagonista del ‘magico’ ed autobiografico racconto Mastro Pulce immaginato dal giudice scrittore Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, meglio noto come E. T. A. Hoffmann, forse il primo magistrato ad impegnarsi con successo con la narrativa!
E allo stesso modo di Pellegrino Tyss che autocelebrava il Natale accumulando soldatini (ed altre meraviglie!) acquistati da sé medesimo alla veneranda età di …36 anni (!), anche noi, sebbene frastornati da mille altre lusinghe e necessità quotidiane, tentiamo di negare la realtà tuffandoci trepidanti nel mare magnum delle mancoliste che, inesorabili, si rinnovano, per l’appunto, ad ogni…personale epifania.
E ciò indipendentemente dall’oggetto della o delle nostre più diverse curiosità, dal momento che progredire nella lista dei desideri significa allontanarsi dalla completezza d’una raccolta (di per sé un traguardo irraggiungibile!) e quindi rinnovare la felicità del ritrovamento di un ennesimo libro, d’una ennesima moneta, di un ultimissimo fumetto, ecc. ecc. in raid (e non ricordiamo più chi per primo ha utilizzato questa efficace immagine chi ci ha da subito stregato per quanto di anomalo attivismo sembra poter regalare anche a chi, come noi, considera la pigrizia la quinta virtù cardinale) tra i banchi dei mercatini, delle fiere, delle mostre, delle librerie antiquarie, delle rigatterie, frequentando, con ansia febbrile, cataloghi cartacei (sempre meno stampati, però, e sia lode alla Libreria Langella di Napoli che continua a farlo!) e on line nel sempre più brandizzato Big Data (l’immaginifico world wide web di Tim Berners).
Ed esattamente il Web ha offerto (indirettamente) a chi scrive la possibilità di rimanere fedele ai riti ed alla liturgia della ricerca quando circostanze avverse hanno diminuito drasticamente il nostro reddito ma non la passione collezionistica.
È stato possibile, infatti, continuare a frequentare l’amato mercato domenicale di Porta Portese orientando la bussola del desiderio verso l’orizzonte del possibile, verso, cioè, l’accessibilità di oggetti che all’indubbia utilità (e qualche volta alla gradevolezza grafica) hanno accoppiato una (fortunata, per quel che ci riguarda) invisibilità che gli è derivata dall’essere stati distribuiti (più o meno) gratuitamente.
E che, per questo motivo, erano sì destinati alla raccolta ma a quella differenziata, e quindi ad essere accumulati nelle nostre discariche (piene di ben altre ossessioni materialiste).
Manufatti che abbiamo imparato a desiderare (avendone intuito l’importanza) e che potevamo fare nostri con poca o nulla spesa, circostanza che aggiungeva gratificazione a gratificazione, quella cioè d’aver avuto l’occasione di mettere in pratica quella regola anglosassone che consiglia di dedicarsi (per iniziare una collezione diversa) proprio alle ‘merci’ gratuite, quelle che, in quanto tali, vengono percepite come prive di ‘valore’ monetario (presente e futuro).
Ed allora è stato possibile raccogliere, curare, classificare, ordinare moltissimi CD-ROM che all’inizio dell’era digitale, ed oggi sempre più diffusa, da soli permettevano l’accesso al fantastico mondo di internet.
Rimandando (naturalmente!) alla corrispondente voce dell’eccellente strumento di servizio che è divenuta Wikipedia (l’enciclopedia democratica per definizione) per approfondire tecnicamente scopi, significati, e filosofia dei CD-ROM, in questa sede ci limiteremo a notare quanto questi oggetti, nati in ambito informatico per la rapida distribuzione di software (essendo una tipologia di memoria di massa a sola lettura), non siano neutri (come non fu la stampa a caratteri mobili rispetto alla fiorentissima industria dei manoscritti) potendosi definire (per continuare nel paragone cartaceo) come gli incunaboli nuovi della nuova era digitale.
E rari quindi, perché, per la maggior parte dei casi destinati – come detto – ai più moderni ‘butti’ e non avvertiti come possibile occasione di collezionismo se non proprio di sterile accumulo.
Manufatti oggi sempre meno reperibili nei consueti luoghi di approvvigionamento (e persino nel Big Data!).
Ecco quindi l’idea di presentare in questa occasione alcuni di questi “pezzi” che hanno scandito, nella loro successione cronologica, la nuova “era digitale” che, proprio a partire dai CD-ROM (ormai obsoleti) ha assunto la diffusione capillare e mondializzata odierna; “era” che, in (relativamente) pochi anni, ha prodotto così numerosi mutamenti (nella percezione di sé stessi e della realtà circostante) da offrire più d’uno spunto di riflessione (ed in alcuni casi di inquietudine) e, com’è successo nel nostro caso, di collezionismo.
Tutti gli esemplari che abbiamo raccolto sono ‘circolati’ dal 1999 al 2000 con rare eccezioni più tarde relative al solo 2001.
A scopo ‘dimostrativo’ e ‘promozionale’, questi supporti erano in grado di far sperimentare per breve tempo e gratuitamente (e poi in costosissimi abbonamenti) il “collegamento” ad internet.
CD-ROM che per la loro natura e funzione hanno assunto la veste variopinta della reclame (in alcuni casi in abbinamento a pubblicazioni di diversa periodicità soprattutto del settore informatico) per compagnie aree, cantanti, istituzioni pubbliche, colossi delle telecomunicazioni, ecc. ecc.
Le dimensioni delle custodie sono tutte di cm. 12,5 x 12,5 e, per affinità con i Long Playing (detti comunemente LP), realizzati in cartoncino a semplice apertura a busta o a libretto.
Tra le immagini che oggi si presentano (tra le molte che pure avremmo potuto scegliere dalla nostra raccolta) non poteva di certo mancare il CD-ROM che fu stampato in occasione della “Mostra d’Arte” dedicata a Roy Lichtenstein (Roma, Chiostro del Bramante, 21 dicembre 1999 – 2 aprile 2000) in quanto rappresenta la ferita sanguinante della nostra raccolta, mancante com’è del supporto di installazione, vulnus ormai difficilmente sanabile!
Allo stesso modo sanguinoso è il caso del “quarto” CD della non più comune serie dedicata alla terra, all’aria, all’acqua e al fuoco, elementi vitali dinamicamente metaforizzati dai grafici di Libero, al momento egualmente introvabile. O no?
Disponibilità dei CD-ROM citati (sempre aggiornato)
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