I Savoia senza pietà: “le SS del Risorgimento…“
di Enrico Pofi
C’è un lavoro dello storico meridionalista Antonio Ciano che s’intitola: I Savoia e il Massacro del Sud, pubblicato da Grandmelò di Roma in prima edizione a luglio 1996, subito seguito da una ristampa ad agosto e da una seconda edizione a ottobre dello stesso 1996, a conferma del clamore suscitato da quest’opera al momento della sua uscita.
Le stampe vennero effettuate presso la Nuova Poligrafica s.r.l. di Gaeta (LT). Il saggio è il primo numero della Collana di Storia e di Verità Meridionali, Direttore Lucio Barone, cui si deve anche l’introduzione dell’opera.
Vale la pena riportare per intero l’assunto in quarta di copertina del libro dello scrittore e sceneggiatore Carlo Alianello (1901-1981), fatto proprio dall’autore:
“Finiamola di definirci i buoni d’Europa, e nessuno dei nostri fratelli del Nord venga a lamentarsi delle stragi naziste. Le SS del 1860 e degli anni successivi si chiamarono, almeno per gli abitanti dell’ex Regno delle Due Sicilie, Piemontesi. Perciò smettiamo di sbarrare gli occhi, di spalancare all’urlo le bocche, a deprecare violenze altrui in questo e in altri continenti. Ci bastino le nostre, per sentire un solo brivido di pudore. Noi abbiamo saputo fare di più e di peggio”.
Rileviamo che Carlo Alianello, capostipite del revisionismo del Risorgimento, è anche l’autore di alcune parti del libro segnalato, desunte dal suo La conquista del Sud, (Milano , Rusconi, 1972). A questo punto, come biglietto da visita del libro, appare sufficiente riportare integralmente la descrizione, con relativa didascalia, della foto n.1 riprodotta come frontespizio:
“Teste mozzate sanguinolente di contadini in gabbie di vetro, esposte come monito dai savoiardi all’ingresso di Isernia. Ecco cosa intendevano i Savoia per civiltà e progresso. Oggi qualcuno vorrebbe farli ritornare in Italia”.
Non sono da meno le numerose immagini agghiaccianti di uomini e donne massacrati presenti all’interno del libro e costituenti il materiale iconografico di una mostra itinerante, allestita all’epoca della pubblicazione, intitolata Briganti e Partigiani Meridionali, 1860-1872. Ciò detto, aggiungiamo che tutto il testo è pieno di esternazioni di vera rabbia e impotenza repressa nonché imprecazioni a volte anche volgari e pesanti invettive politiche di rabbia, condanna e sdegno, “per dire la verità sugli anni dell’Ottocento borbonico e ridare grandezza al Mezzogiorno d’Italia” (come leggiamo nella citata prefazione).
Da ultimo (vera ciliegina sulla torta) alla pagina 90 leggiamo: “Diritto internazionale alla mano non c’è nessuna differenza tra l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein e la tanto celebrata spedizione dei Mille“. Meglio fermarci qui, anche se è si appalesa doveroso rilevare che l’autore (nativo di Gaeta), pur sincero, appare troppo emotivamente coinvolto ed eccessivo, con il rischio di vedere il suo racconto tacciato di non sincerità, pur documentatissimo e avvincente. Il libro, un brossurato di 255 pagine, era offerto in un’edizione di Porta Portese pre-Covid a 5 €.
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ANTONIO CIANO, I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD
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I Savoia e il massacro del sud, Antonio Ciano
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