I ventimila: documentario fotografico della prima migrazione in massa di coloni in Libia per il piano di colonizzazione demografica intensiva (Tripoli, Edizioni della rivista Libia, Istituto Poligrafico ed. Plinio Maggi, 1939).
Introvabile e di altissimo valore storico e documentativo, nonché sociale ed umano, con 84 tavole fotografiche in ampio formato (di fotografo sconosciuto); se ne conoscono due copie, una alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’altra alla Biblioteca di scienze tecnologiche della facoltà di Agraria all’Università degli studi di Firenze.
Documentario fotografico della prima migrazione in massa di coloni in Libia per il piano di colonizzazione demografica intensiva, Anno XVII – 1938. Numero unico. Pubblicato in formato In-4° (30,5 x 24,4 cm) e composto da 8 pagine introduttive e 84 tavole con grandi fotografie in bianco e nero. Il volume presenta un cartoncino leggero editoriale muto e una sovraccoperta illustrata a colori, con una mappa in scala 1: 2.000.000 dei villaggi agricoli della prima migrazione intensiva dei 20.000 coloni in Libia. Questo libro di altissimo valore documentario, umano, architettonico e sociale è stato edito dalla casa editrice Ist. Poligr. ed. Plinio Maggi a Tripoli nel 1939. Il libro è censito in sole 2 biblioteche aderenti al Sistema Bibliotecario Nazionale.
da “L’arrivo di 20.000 rurali italiani in Libia – Studio Luce:
La migrazione dei coloni italiani in Libia
Il ventesimo secolo è stato caratterizzato dalle conquiste coloniali dei paesi europei, tra cui l’Italia che nel 1938, sotto il governo di Mussolini, decise di portare in Libia 20.000 coloni italiani per “italianizzare” il territorio. Il Governatore Italo Balbo, figura di spicco del regime fascista, decise di fondare ventisei nuovi villaggi principalmente nella regione della Cirenaica, al fine di offrire una nuova casa a coloro che sarebbero venuti a vivere in questo territorio.
L’obiettivo dell’espansione in Libia era quello di rafforzare la presenza italiana nel Mediterraneo e di offrire nuove opportunità di impiego e di sviluppo economico ai cittadini italiani. Inoltre, l’arrivo dei coloni avrebbe permesso di accelerare la “romanizzazione” del territorio, ovvero la diffusione della cultura, della lingua e delle usanze italiane. Il piano di colonizzazione di Balbo ebbe un forte impatto sulla popolazione locale, principalmente sui Berberi e sugli Arabi che vedevano minacciata la propria identità culturale. Inoltre, il programma di colonizzazione non prevedeva alcuna forma di integrazione tra le comunità italiane e libiche, causando tensioni e conflitti tra le due popolazioni.
L’avventura coloniale italiana in Libia fu interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, che portò alla sconfitta dell’Italia e alla definitiva perdita dei territori coloniali. Tuttavia, l’impatto della colonizzazione italiana è ancora visibile oggi, nel patrimonio architettonico e culturale lasciato dal regime fascista. In conclusione, il progetto di colonizzazione italiana in Libia del 1938 è stato uno dei momenti più controversi della storia dell’Italia moderna, simbolo della politica imperialista del regime fascista e delle tensioni tra Europa e Africa.
L’Istituto Poligrafico ed. Plinio Maggi di Tripoli
L’editore Stabilimento (o Istituto) Poligrafico Editoriale Plinio Maggi, fondato a Tripoli nei primi anni ’20, probabilmente nel 1922, ha avuto una storia ricca e appassionante che si intreccia con quella della città libica. Plinio Maggi, il fondatore dell’azienda, era un uomo intraprendente e appassionato di giornalismo. Dopo aver lavorato come giornalista per diversi anni a Milano, decise di trasferirsi a Tripoli dove fondò il Poligrafico Editoriale. L’azienda iniziò a pubblicare la rivista “Il Littorio“, una testata mensile che si occupava di argomenti politici, culturali ed economici legati alla Libia. La rivista divenne ben presto un punto di riferimento per gli italiani che vivevano nella colonia, ma anche per i libici che avevano interesse a conoscere il paese che li governava.
Nel corso degli anni, il Poligrafico Editoriale si ampliò e iniziò a pubblicare altri periodici, tra cui “La storia della Libia” e “Le radici della Libia“. Nel 1940 l’azienda si trasferì in un nuovo edificio in via dei Mille, nel centro di Tripoli. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Plinio Maggi si impegnò a mantenere in vita la sua attività nonostante le difficoltà dovute all’occupazione della città da parte degli Alleati. Il Poligrafico Editoriale continuò a pubblicare le sue riviste fino alla fine del conflitto.
Con la fine del regime fascista, l’azienda dovette affrontare una nuova fase della sua vita. Tuttavia, nonostante le difficili condizioni economiche e politiche, il Poligrafico Editoriale continuò a pubblicare le sue riviste fino al 1969, quando l’editore decise di chiudere definitivamente.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)
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