"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

Darete del “maiale” a tutti dopo aver letto questo libro

di Carlo Ottone

 

Il Maiale, di Oskar Panizza (Brescia,Chersi libri, 2019.

 

Il maiale, di Oskar Panizza (Brescia, Chersi libri, 2019)

Un vecchio adagio recita Tutto ciò che è gustoso e godurioso è maialata e chi meglio del maiale tiene fede a questo adagio, perché il maiale è “Una delle glorie dell’addomesticamento”.

Il libro di Christien Meindertsma, dal titolo Pig 05049 1:1 – vedi qui l’articolo dedicato – enumera i molti prodotti di consumo che si ricavano dal porco,  ma, forse, in pochi sanno che il maiale è stato una divinità. Ci racconta tutto Oskar Panizza (1853 – 1921) individualista anarchico autore di una letteratura improntata all’attacco selvaggio allo stato autoritario, alla Chiesa cattolica, ai tabù sessuali e ai preconcetti morali borghesi.

Può sembrare strano che un autore come Panizza abbia scritto un testo in cui si parla del Maiale (nel testo sempre scritto con l’iniziale maiuscola), pubblicato, con lo pseudonimo di Louis Andrèe, nel 1900 con il titolo Das Schwein sul periodico Zurcher Diskussionen e tradotto, per la prima volta in italiano, da Andrea Chersi, ma come recita la quarta di copertina:

“Non ci tragga in inganno il titolo: qui si fa storia e cultura in una dota cavalcata che scorre dal Rig Veda all’Edda, da Ovidio al Tristano e Isotta, dai riti nordici del Natale alla fiabe dei fratelli Grimm, dal folclore norreno (racconti epici, leggende della antiche letterature nordiche, n.d.c. ) alla bibliche proibizioni alimentari dei giudei in Egitto “.

Oskar  Panizza  ci guida in una scorribanda che ci porta in un mondo in cui il maiale occupa una posizione centrale nei riti e miti pagani e non solo; il maiale è un potente simbolo della natura che incute un sacro timore, a lui furono dedicate della festività come il Capodanno (il solstizio d’inverno) e Pasqua (Il solstizio religioso), perché a differenza di tutti gli altri “santi“ che hanno un solo giorno a loro dedicato per il maiale è meglio due festività “… piuttosto che rendere omaggio per un giorno a chi non se lo merita”.

Un lavoro scientifico e documentato da una vasta bibliografia di riferimento integrato con numerose e copiose note. A partire da Ovidio che nelle Metamorfosi lo descrive come “..prototipo della forza, della fertilità, del coraggio e del desiderio straordinari…Panizza ci porta  a conoscere la presenza del Maiale nelle varie civiltà , nelle loro tradizioni dedicate al Verro, alla Scrofa e al Cinghiale, nella funzione apotropaica del Maiale: in Germania sopra al letto degli sposi si poneva una testa di Maiale come simbolo di fertilità, una guancia di Maiale (il sedere) rappresentava la felicità coniugale e l’armonia della copia, alla spose si dava un codino di Maiale; così come il bacon (un prodotto della macellazione del Maiale) anche nell’Inghilterra rappresentava la felicità coniugale.

In ogni civiltà il Maiale è presente come una bestia sacra con riferimenti mitologici,  con un ruolo celebrativo e sacro, nella cultura pagana ha un posto di rilievo e:

“Esaminando questa serie di testimonianze classiche…che vedevano nel Maiale e nel Cinghiale selvatico un simbolo apprezzato della fertilità, del benessere economico e della felice fruizione della Natura (una creatura consacrata alla gioia di vivere) si viene colti dall’orrore quando si osservano le tribù semitiche, gli ebrei e i maomettani per il quali il Maiale rappresenta non solo un animale fondamentalmente estraneo al sacro simbolo della Natura, ma, ben di più, da escludere da ogni utilizzo economico, considerato spregevole e immondo e proibito al piacere umano…”.

Anche il Cristianesimo ha demonizzato il Maiale come essere immondo e simbolo di sfrenata sensualità, la parola porco connota qualche cosa di negativo. Panizza, a proposito scrive che:

“…Il Maiale connotato sessualmente venga considerato immondo tra le popolazioni orientali…rispetto alle motivazioni fisiologiche che spesso si sentono…l’idea che consumare Maiale faccia venire addirittura la lebbra”.

Insomma il porco (nel senso del Maiale) è un gran bella bestia, che in epoche non tanto lontane ha sfamato le genti e, ora, sappiamo che è anche un mito che “... occupa una posizione centrale e celeste, in quanto forza vitale che regge l’intero universo, insediandosi in un ruolo divino come inizio e termine di tutte le cose“. 

In definitiva, questo scritto ci fa conoscere il Maiale sotto l’aspetto poetico, mitologico e storico culturale, altro che solo salumi!  

 

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