"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Io, suo padre“, pubblicato nel 1935 dalla casa editrice Carabba di Lanciano, rappresenta l’opera d’esordio di Alba de Cèspedes, una scrittrice italo-cubana che avrebbe poi guadagnato un posto di rilievo nella letteratura italiana del Novecento. Questo romanzo non solo segna l’inizio della sua carriera letteraria, ma incarna anche le tensioni culturali e politiche dell’epoca fascista in Italia.

 

La prima edizione di “Io, suo padre” è significativa per vari motivi. Innanzitutto, il romanzo si distingue per il suo approccio alla narrativa, affrontando il tema del conflitto generazionale attraverso la storia di un ex pugile e la sua relazione con il figlio. La scrittura della de Cèspedes si allontana dai canoni del neorealismo, presentando un linguaggio ricco e fantasioso. L’opera ottenne anche un riconoscimento ufficiale, vincendo un concorso organizzato dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano in occasione delle Olimpiadi di Berlino del 1936, il che evidenziò la sua rilevanza nel panorama letterario dell’epoca.
Tuttavia, la pubblicazione avvenne in un contesto complesso. La de Cèspedes visse sotto l’ombra del regime fascista, e il suo romanzo fu inizialmente accolto con favore dal regime, ma la sua successiva evoluzione come scrittrice la portò a prendere le distanze da questa prima opera. La scrittrice stessa dichiarò in un’intervista che la partecipazione alle Olimpiadi non era stata una sua scelta, ma una decisione editoriale a cui aveva dovuto sottostare.

Un aspetto cruciale da considerare è l’episodio di autocensura che circonda “Io, suo padre“. Durante gli anni del regime fascista, molti scrittori si trovarono a dover fluttuare tra la necessità di conformarsi alle aspettative del governo e il desiderio di esprimere liberamente le proprie idee. La de Céspedes affrontò questa tensione in modo diretto; nel 1935 fu incarcerata per alcuni giorni a causa delle sue posizioni antifasciste. Questo episodio evidenzia non solo le difficoltà personali che l’autrice dovette affrontare, ma anche le sfide più ampie per gli intellettuali dell’epoca.
Inoltre, la censura fascista colpì ripetutamente le opere della de Cèspedes, la quale si trovò spesso al centro di campagne diffamatorie e dovette affrontare restrizioni severe sulla pubblicazione dei suoi lavori successivi. Nonostante ciò, continuò a scrivere e a esprimere le sue idee controcorrente, dimostrando una resilienza notevole e ammirabile.

 

Il commento del cacciatore

Il libro “Io, suo padre” di Alba de Cèspedes (Lanciano, Carabba, 1935) è molto raro. Non si ha notizia di ristampe. Pochissime le copie ad aver circolato negli ultimi anni sui canali di vendita noti. L’ultimo passaggio potrebbe essere nel 2007, tra l’altro per una cifra irrisoria. Attualmente sono noti appena quattro esemplari di questo libro nel sistema OPAC Sbn.

 

 

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