La chiave, la luce e l’ubriaco di Giorgio Parisi (Roma, Di Renzo Editore, 2006).
In “La chiave, la luce e l’ubriaco” (Roma, Di Renzo Editore, 2006) Giorgio Parisi, poi premio Nobel per la Fisica nel 2021, scriveva in modo chiaro il processo attraverso il quale avanza la ricerca scientifica di base.
Secondo Parisi, gli scienziati si dedicano a ciò che sono in grado di studiare. Quando diventano consapevoli di avere gli strumenti per esplorare un ambito trascurato fino a quel momento, si impegnano in quella direzione. Lo scopo della ricerca scientifica di base, infatti, è migliorare la capacità umana di comprendere e controllare i fenomeni naturali. In tal senso, ogni problema su cui è possibile applicare teorie ancora in fase di verifica diviene immediatamente interessante per la ricerca. Ogni aspetto chiarito può contribuire a una comprensione più approfondita di altri fenomeni.
Attualmente, questa ricerca è puramente d’indagine. Eventuali applicazioni si svilupperanno successivamente. In altre parole, la ricerca di base precede lo sviluppo di soluzioni pragmatiche. Parisi sottolinea che le applicazioni, se verranno, saranno conseguenza dei progressi compiuti nella ricerca pura.
Parisi mette in luce le interazioni tra la ricerca di base e lo sviluppo tecnologico. Sottolinea che le situazioni in cui le nuove teorie e scoperte scientifiche trovano applicazioni tecniche sono innumerevoli. Le scoperte della ricerca di base fungono da catalizzatori per lo sviluppo di nuove tecnologie e nuove prospettive nei vari campi applicativi.
Infine, l’illustre scienziato prospetta che la sinergia tra la fisica dei sistemi complessi e la biologia potrebbe aprire scenari futuri intriganti. L’integrazione tra questi campi potrebbe portare a nuove scoperte e applicazioni rivoluzionarie che contribuiranno al benessere umano e all’avanzamento tecnologico.
Il libro è di fondamentale importanza per capire le dinamiche del modus operandi scientifico e può essere considerato un esempio programmatico dell’attività dello scienziato, quindici anni prima ch’egli poi riceva l’ambito riconoscimento. Ad ottobre 2021, dopo la proclamazione del Nobel, è uscita una seconda edizione con copertina gialla.
La carriera di Giorgio Parisi
Giorgio Parisi è un fisico teorico italiano nato a Roma il 4 agosto 1948. Si è laureato presso l’Università di Roma La Sapienza nel 1970 sotto la supervisione di Nicola Cabibbo. È noto per i suoi contributi alla teoria quantistica dei campi, alla meccanica statistica e ai sistemi complessi. Le sue ricerche spaziano dalla fisica statistica alla teoria dei campi, passando per i sistemi dinamici, la fisica matematica e la fisica della materia condensata. I suoi lavori più celebri includono l’equazione di Kardar-Parisi-Zhang che descrive la crescita di interfacce e la risoluzione esatta del modello di Sherrington-Kirkpatrick dei vetri di spin. Inoltre, ha ottenuto importanti risultati nel campo della fisica delle particelle elementari, in particolare nella teoria quantistica dei campi. Parisi ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per i suoi contributi scientifici, tra cui il Premio Nobel per la fisica nel 2021, assegnatogli per il suo contributo fondamentale alla teoria dei sistemi complessi. Attualmente è professore di Teorie Quantistiche presso l’Università di Roma La Sapienza e continua a influenzare significativamente la comunità scientifica internazionale. Parisi è anche noto per il suo impegno nell’attivismo scientifico, guidando il movimento “Salviamo la Ricerca Italiana” per aumentare il finanziamento della ricerca di base in Italia ed Europa.
Dalla scheda editoriale del libro:
“Mi viene in mente una vecchia barzelletta. Un ubriaco, di notte, si mette a cercare una chiave sotto un lampione. Arriva un tale che lo aiuta, ma, non trovando nulla, gli chiede se è proprio sicuro di aver perso lì la chiave. L’ubriaco risponde: No, non sono affatto sicuro, ma è qui che c’è luce”. Con questo esempio scherzoso, ma non troppo, Giorgio Parisi ci spiega come si muove la ricerca scientifica di base. “Gli scienziati fanno le cose che riescono a fare. Quando si accorgono di disporre dei mezzi per studiare qualcosa che fino a quel momento era stato trascurato, allora s’impegnano per quella strada”. Se lo scopo è migliorare la capacità dell’uomo di conoscere e di controllare i fenomeni della natura, ogni problema, al quale si possano applicare teorie in corso di verifica, diventa immediatamente interessante ai fini della ricerca: ogni aspetto che viene chiarito può aiutare a comprenderne altri. Per il momento si tratta di ricerca pura. Le applicazioni, se verranno, arriveranno dopo. In una conversazione animata e straordinariamente comprensibile, uno dei più importanti fisici teorici italiani ci aiuta a capire come è cambiata la fisica, di quali problemi si occupa oggi, che interazioni ci sono tra ricerca di base e sviluppo tecnologico, quali scenari futuri potrebbe aprire la sinergia tra la fisica dei sistemi complessi e la biologia.
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