"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

The Truman Show, di Andrew Niccol (Paramount Pictures, 1998).

 

Molto ricercato è il copione della sceneggiatura ufficiale del film The Truman Show (Paramount, 1998), scritta da Andrew Niccol. Il film, per la regia di Peter Weir e l’interpretazione di Jim Carrey è un cult assoluto ed è entrato nel gotha delle migliori pellicole di tutti i tempi.

La copia dattiloscritta originale si presenta con puntoni dorati per tenere fissi i fogli (come tipico delle sceneggiature) ha un grande formato e conta 107 pagine.

Non deve essere confusa con la sceneggiatura con la copertina bianca, che è in realtà una ristampa. Questa con la copertina rossa è l’originale, come lo dimostra la sua presenza in archivio al YourProps.com, il museo online dei cimeli cinematografici.

 

La Genesi di “The Truman Show”: un viaggio dalla distopia all’utopia

Quando il celebre sceneggiatore Andrew Niccol iniziò a plasmare la sceneggiatura di “The Truman Show“, non immaginava che il progetto avrebbe regalato al mondo una delle più affascinanti esplorazioni cinematografiche della realtà e della finzione. Sebbene concepito inizialmente come un thriller di fantascienza dal tono più cupo, simile allo stile distopico di “Gattaca“, anche esso opera di Niccol, il film sarebbe poi evoluto in una satira leggera grazie alla regia visionaria di Peter Weir.

L’idea di partenza di Niccol nacque da una riflessione esistenziale comune: da bambini, spesso immaginiamo che il mondo giri intorno a noi. Niccol trovò intrigante l’idea di un uomo che scoprisse che il suo intero mondo fosse una costruzione fittizia. Questa premessa, apparentemente semplice, si trasformò in un film complesso che esplorava la nostra percezione della realtà.

L’opera fu scritta prima del suo debutto come regista e sceneggiatore con “Gattaca“, ma dovette attendere la disponibilità del protagonista, Jim Carrey, la cui fama comica aveva attirato attenzione sul progetto. Peter Weir, noto per la sua abilità nell’ottenere interpretazioni eccezionali, vide immediatamente il potenziale drammatico di Carrey e insistette affinché fosse lui a interpretare Truman Burbank. La scelta si rivelò vincente, poiché permise a Carrey di sorprendere il pubblico con le sue capacità attoriali anche in un contesto lontano dalla commedia pura.
Con l’arrivo di Weir, la sceneggiatura subì molte trasformazioni, abbandonando alcuni degli elementi più oscuri originariamente concepiti. L’ambientazione iniziale, una New York alternativa, lasciò il posto alla facciata utopica dell’isola di Seahaven, un mondo perfettamente orchestrato dove le esperienze di Truman sono supervisionate dal manipolativo Christof.

Uno degli aspetti più affascinanti del film è il paradosso della realtà televisiva di Truman, il primo vero “reality show” prima ancora che il termine esistesse. Niccol riflette su come, a differenza dei reality odierni, Truman non fosse consapevole di essere costantemente osservato, rendendo la sua esperienza paradossalmente più autentica.

The Truman Show” rimane un monito sul nostro rapporto con la tecnologia e i media, e sull’illusione del controllo in un mondo dove tutto è prefabbricato. Nella sua esplorazione di temi filosofici e esistenziali, il film invita gli spettatori a riflettere sulla propria realtà e su quanto essa sia autentica.

 

 

Disponibilità del copione (sempre aggiornato)

 

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