Principi e precetti del ritorno all’evidenza, di Giuseppe G. Lanza del Vasto (Torino, Gribaudi, 1972).
Un’opera densa di significato, sottovalutata, misconosciuta, e pure in grado di impegnare la coscienza di ognuno di noi in una profonda riflessione sull’esistenza e sulla spiritualità.
Lanza del Vasto: non violenza e spiritualità
Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto è stata una figura straordinaria del XX secolo, nato il 29 settembre 1901 a San Vito dei Normanni e scomparso il 5 gennaio 1981 ad Elche de la Sierra, in Spagna. Figlio della nobile famiglia siciliana dei Lanza di Trabia, Lanza del Vasto ha lasciato un’eredità impareggiabile come filosofo, poeta, scrittore, e attivista non violento.
Lanza del Vasto ha condotto una vita straordinaria, caratterizzata da un costante impegno per la non violenza e la spiritualità. Dopo aver studiato filosofia a Parigi, Firenze e Pisa, Lanza del Vasto ha dimostrato fin da giovane una profonda sensibilità verso la violenza e i conflitti umani. Le sue riflessioni lo hanno portato a intraprendere un viaggio verso l’India nell’autunno del 1936, dove ha avuto l’incontro fondamentale con Mahatma Gandhi, che ha influenzato profondamente il suo pensiero e il suo operato.
Durante il suo soggiorno in India, Lanza del Vasto ha assimilato il concetto di non violenza come metodo di liberazione, nonostante ammettesse che questo concetto fosse inizialmente contrario alla stessa natura umana. Questo incontro ha segnato una svolta significativa nella vita e nell’opera di Lanza del Vasto, portandolo a comprendere che la sua vocazione era quella di fondare una comunità rurale non violenta, ispirandosi al modello gandhiano degli ashram.
Dopo il suo ritorno in Europa, Lanza del Vasto ha compiuto notevoli sforzi per realizzare la sua visione, fondando la comunità dell’Arca nel 1944. Questa comunità autarchica ed egualitaria si proponeva di essere la cellula della società, seguendo il modello del pensiero di Gandhi. L’impegno di Lanza del Vasto e dei suoi compagni nonviolenti ha generato un impatto significativo sulla società francese e internazionale.
Tra le numerose iniziative non violente condotte, si annoverano le lotte contro le torture e i massacri compiuti dai francesi in Algeria, la campagna contro il nucleare, e la difesa degli obiettori di coscienza. Il suo impegno è testimoniato anche dalla sua azione di digiuno di quaranta giorni durante la Quaresima del 1963, in attesa di una parola forte sulla pace da parte della Chiesa.
Lanza del Vasto non ha solo incarnato i principi della non violenza attraverso le azioni, ma ha anche espresso il suo pensiero per mezzo di varie opere letterarie. Tra le opere più significative si possono citare:
“Principi e precetti del ritorno all’evidenza“: questo testo rappresenta un’importante tappa nel percorso intellettuale di Lanza del Vasto. Nell’opera, egli espone principi e precetti che invitano il lettore a ritrovare l’evidenza, aprendo la strada a una profonda riflessione sulla vita interiore e sul cammino spirituale.
“Che cos’è la Non Violenza“: questa opera offre un’approfondita analisi del concetto di non violenza, fornendo chiarezza sulla sua natura e sui suoi principi fondamentali.
“L’Arca aveva una vigna per vela“: dove Lanza del Vasto condivide la sua esperienza nella fondazione della comunità dell’Arca, offrendo una visione intima e autentica del suo impegno sociale e spirituale.
L’attività e l’eredità di Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto persistono come fonte di ispirazione per coloro che cercano un approccio non violento e spirituale alla vita. Il suo impegno incrollabile per la non violenza, unito alla sua empatia verso il genere umano, lo rendono ancora oggi un faro.
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PRINCIPI E PRECETTI DEL RITORNO ALL'EVIDENZA Lanza del Vasto Gribaudi 1972
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