Ha reso Marx una lettura “possibile” anche ai nostri giorni
L’avvenire dura a lungo: seguito da I fatti, di Louis Althusser; a cura di Olivier Corpet e Yann Moulier Boutang; traduzione di Francesco Bruno (Parma, U. Guanda, 1992). Non è uno qualsiasi Louis Althusser (1918-1990), filosofo, scrittore, teorico del Marxismo strutturale. Psicolabile fin da giovane, ucciderà per strangolamento la moglie nel 1980. Il libro di cui qui si parla è la sua autobiografia, nella quale lo studioso francese cerca di spiegare il suo gesto, perché ha potuto evitare il processo a causa della sua semi-infermità mentale e per quale motivo, tale semi-infermità non gli precluda l’impegno intellettuale.
L’innovazione del suo contributo sta probabilmente nell’aver letto e interpretato Marx come filosofo. Il suo approccio al Marxismo è infatti analitico, asciutto, assolutamente anti-idealistico. In una parola: scientifico. Applica i principi della psicanalisi alla politica e al determinismo filosofico. “Rendere Marx di nuovo leggibile alle generazioni di oggi e di domani” è il suo mantra. La sua rilettura di Marx, però, gli tirò addosso anche delle critiche, come per esempio dai marxisti cosiddetti “ortodossi”. Celebre una scena dal film Le Vent d’Est (di Jean-Luc Godard, 1969), in cui si vede il protagonista strappare con veemenza le pagine della prefazione del Capitale di Marx scritta da Althusser.
Una persona con capacità straordinarie
Cresciuto stretto nella morsa dell’arrivismo del padre da una parte e le manie compulsive della madre dall’altra, il giovane Louis crebbe fortemente condizionato, almeno fino ai trent’anni. Aveva però delle doti non comuni, per esempio il poliglottismo. Gli bastava stare a contatto con persone di differenti culture per apprendere non soltanto la loro lingua rapidamente, ma perfino l’accento e la pronuncia in maniera tale da rivaleggiare con un madrelingua. Come se non bastasse, aveva una naturale predisposizione ad imitare gli altri, ogni loro comportamento, le loro camminate, il modo di parlare o di approcciarsi nella conversazione. Sarebbe stato, certamente, un ottimo imitatore sella tv moderna.
A poco più di trent’anni, dopo le esperienze di prigionia in Algeria, durante la seconda guerra, ha le prime crisi depressive che lo accompagneranno – periodicamente – fino al tragico uxoricidio del 1980. Quelle circostanze non furono mai chiarite del tutto. Il diretto interessato lo chiamò “suicidio per interposta persona”, in quanto la moglie – a suo dire – avrebbe manifestato intenzioni suicide qualche settimana prima.
Questa e altre elucubrazioni di Althusser sono contenute nel suo testamento in vita, cioè L’avvenire dura a lungo: seguito da I fatti (Parma, U. Guanda, 1992). Unica edizione italiana quella di Ugo Guanda. Il libro ha una certa valutazione e ormai sono pochissime le copie disponibili; meriterebbe senz’altro una seconda chance, come in effetti l’ha avuta il suo autore…
Disponibilità del libro
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