Chi è Michele Car?
C’è un indiscutibile alone di mistero – mai penetrato – che avvolge il nome di Michele Car. Il sistema bibliotecario annovera in tutto tre titoli riconducibili a questo autore. Essi sono L’uomo venduto 5 volte (Milano, Corbaccio, 1938) L’errore Ford (Torino, Silvestrelli & Cappelletto [poi Edizioni Montes], 1932) e Ta-tà quello che il cuore desidera: tre atti (Torino, Tipografia Castello, 1940).
Del primo – L’uomo venduto 5 volte – si sa che è una sorta di reportage (ambientato in Africa; epoca coloniale) su un fatto tra cronaca e politica (con loschi traffici) che si dà come autentico. Sarebbe il diario di un classico signor sconosciuto, un tale Esteban Esteban, forse passato a miglior vita. Tra l’altro in appendice il libro contiene copie di vari documenti d’indagine. Argomenti trattati? Tratta di schiavi, commercio umano, traffici proibiti e corruzione. Il libro, per una serie di motivi, anche per le generose schede e l’attenzione che alcuni librai e venditori di libri in passato gli hanno attribuito, è oggi molto ricercato e valutato, con copie che superano abbondantemente i duecento euro, con punte fino a quasi mille euro.
Poco o nulla si sa invece del contenuto di Ta-tà quello che il cuore desidera: tre atti (Torino, Tipografia Castello, 1940). Per quanto riguarda, infine, L’errore Ford, si sa che è un’invettiva contro il grande produttore di automobili Henry Ford e il suo metodo imprenditoriale. Una sorta di saggio romanzato nel quale l’autore critica il metodo punto per punto. Posseduto da poche biblioteche aderenti al Sistema Bibliotecario Nazionale.
Ho fatto delle ricerche sull’autore. Qualcosa è venuto fuori ma solo per infittire ancor più il mistero. Michel Car, secondo una fonte, potrebbe essere stato un giornalista, addirittura un inviato gastronomico, che lavorava negli anni ’30 a Stampa-Sera, l’edizione pomeridiana de La Stampa. Secondo un’altra, era stato direttore artistico della Victoria Film di Torino. Le ipotesi ballano.
Le controversie legate a Henry Ford
Henry Ford, nonostante il suo contributo significativo all’industria automobilistica, è stato coinvolto in diverse controversie. Una delle questioni più note riguarda il suo coinvolgimento con il regime nazista. Nel 1938, Ford fu insignito della Gran Croce del Supremo Ordine dell’Aquila Tedesca da Adolf Hitler, la più alta onorificenza del regime nazista conferita a uno straniero. Si è anche sostenuto che la filiale Ford in Germania abbia fornito mezzi blindati all’esercito nazista e che tutti i profitti siano stati devoluti al regime. Inoltre, Henry Ford era noto per aver sostenuto finanziariamente il partito di Hitler con donazioni regolari.
Oltre a ciò, Ford è stato autore di un libretto in 4 volumi intitolato “L’ebreo internazionale” (“The International Jew: The World’s Foremost Problem“), in cui si esprimevano idee antisemite e teorie del complotto ebraico. Questo lavoro venne ampiamente diffuso in Germania durante il periodo nazista, diventando fonte di ispirazione per Hitler e altri leader nazisti. In seguito lo tesso autore tentò di ritirare le copie in circolazione.
Queste controversie hanno sicuramente influenzato l’eredità di Henry Ford, sollevando domande e critiche sulla sua posizione politica e sulle sue convinzioni personali. È importante riconoscere sia i suoi contributi nell’ambito industriale che le controversie che hanno offuscato la sua figura.
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