Quello di Boris Pahor nel contesto letterario mondiale è un singolare caso di scoperta tardiva. Non è l’unico nella storia della letteratura, ma è comunque degno di attenzione. Anche se di Pahor sono noti molti altri libri di assoluto interesse, il più importante, quello che gli ha dato notorietà internazionale, al punto, secondo alcuni, da fargli sfiorare persino il Nobel in più di un’occasione, è stato senza dubbio Nekropola (“Necropoli”, in italiano) (Trst, Trieste, Založništvo tržaškega tiska, 1967). La prima edizione in sloveno fu sì stampata a Trieste ma rimase confinata in un idioma parlato da pochi milioni di persone per molti anni. Purtroppo quella prima edizione di Nekropola stampato nel 1967 da Založništvo tržaškega tiska (“Editoria della stampa di Trieste”) sembra poco meno che volatilizzata. Allo stesso modo la prima edizione italiana, quella di San Canzian d’Isonzo per le Edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese nel 1997 (arrivata con ben trent’anni di ritardo!). Dispersa ai quattro venti, assorbita dal mercato degli accaparratori, infilatasi nei pertugi delle collezioni e delle biblioteche locali. Altrettanto rara, praticamente introvabile, la seconda stampa presso Ronchi dei Legionari, sempre a cura del Consorzio culturale del Monfalconese, nel 2005,
Necropoli, di Boris Pahor (San Canzian d’Isonzo, Consorzio Culturale del Monfalconese, 1997). 1° ed. italiana
Necropoli, di Boris Pahor (Ronchi dei Legionari, Consorzio Culturale del Monfalconese, 2005). 2° ed. italiana
Moj tržaški naslov, di Boris Pahor (Trst, založila in Izdala Gregorčičeva Založba, 1948).
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