Un mistero irrisolto, un libro esaurito da tempo…
In un piccolo paese dell’entroterra ligure, Bargagli, nell’arco di cinquant’anni avvengono dei delitti e degli strani “incidenti”. E per quanto si indaghi e si continui a cercare non si scoprirà mai il colpevole, o i colpevoli. O meglio, la verità sembra sul punto di essere a portata di mano; poi per uno strano e ambiguo mescolarsi di eventi, si allontana. Non vi saranno colpevoli. Gli omicidi resteranno insoluti, e sulle identità degli assassini il buio sarà fitto…
Dalla scheda editoriale
Sul mostro di Bargagli, sul giallo-nero del piccolo paese si è scritto a sproposito, si sono compiute analisi “scientifiche” e sociologiche, si è scomodata la genetica, si sono riesumate “tare ereditarie” in un crescendo che ha dell’incredibile. Ciascuno dei chiamati in causa si è sentito in obbligo di dire la sua attingendo a “fonti certe”, a presunte “rivelazioni”, a “fughe di notizie” incontrollate. Con il risultato che la maggior parte delle ipotesi ha ricevuto dai fatti regolare smentita e nessuno si è avvicinato alla verità. Perché l’intreccio è complesso, ma qualcosa a ben guardare emerge dal caos: la verità dei giudici, per esempio, che chiunque riesce a cogliere da sé. E si può costatare che dopo l’ultimo omicidio, avvenuto nel 1983 e riguardante una baronessa capitata a Bargagli sette anni prima quasi per caso, il sangue non scorre più e la sete del “mostro” risulterebbe finalmente placata. Questo corrisponde da un lato a un deciso affondo dei magistrati, risoluti a chiudere una storia che ha già avuto troppe vittime, il cui unico torto è consistito nell’essere entrate nei pensieri di chi ha ucciso convincendolo che potessero minarne la posizione sociale conquistata; dall’altro all’incalzare del tempo.”
Ed ecco il libro, ma…
Anche chi ha partecipato alla Resistenza, nel 1989 nell’anno della sentenza definitiva, ha già raggiunto un’età ragguardevole e molti dei protagonisti di allora sono deceduti. E’ poi possibile che l”omicida (o gli omicidi) abbia considerato esaurito il macabro compito o che nel paese di Bargagli, ormai troppo noto alle cronache, troppo stanco dei lunghi silenzi, non avrebbe tollerato un nuovo delitto.Una cosa è certa: lì è nato il “mostro” e li lentamente si “spegne”. Per farlo, impiega quarant’anni e passa indenne attraverso cinque inchieste e quattro processi penali. Soprattutto si muove e agisce in una comunità composta da individui che con lui hanno imparato a convivere senza mai ribellarsi.
Tutto questo è raccontato in un libro, che al momento non risulta disponibile, almeno non nei principali canali di vendita.
Omicidi in Appennino: menzogne e verità sul “mostro di Bargagli” 1939-1989, di Sandro Antonini (Genova, De Ferrari, 2011)
[Segnalazione e testo a cura di Alessio del Zenero]