Rosso è il colore!
Uscito in varie lingue (francese, tedesco), nel corso del 2019, è poi sbarcato anche in italiano Orwell, di Pierre Christin e Sébastien Verdier (Milano, L’ippocampo, 2020); con la partecipazione di André Juillard, Olivier Balez, Manu Larcenet, Blutch, Juanjo Guarnido e Enki Bilal.
Un graphic novel d’autore (anzi, d’autori) con una veste grafica che è praticamente un lusso. La traduzione dal francese è di Fabrizio Ascari. L’opera è una esaltazione del mito di George Orwell. Come recita l’hashtagico sottotitolo: etoniano, poliziotto, proletario, dandy, miliziano, giornalista, ribelle, romanziere, eccentrico, socialista, patriota, giardiniere, eremita, visionario.
In Orwell prima di Orwell, è un bombardamento di scene. intensa quella dello scrittore bambino che si nutre de “La macchina del tempo” di H. G. Wells, ne asporta ogni goccia di linfa. Lo sguardo della madre è consapevole del suo incanto. E del suo destino. Così come tutte le madri, lei sa già. E I viaggi di Gulliver, quel librone dalla copertina marrone, l’unico sprazzo di colore nella pagina, le frustate nel fondoschiena al collegio Saint Cyprian, anticamera di Eton. E poi la sfinge del pioppo, un piccolo allevamento nel boschetto con il compagno che parla solo delle auto di lusso di papà. Il naturalista e il figlio di papà. Un classico.
Queste sono alcune delle immagini adolescenziali, i miti del mito. Questa è la visione che Pierre Christin e Sébastien Verdier tramanderanno ai posteri dell’autore di 1984 e La fattoria degli animali. Uno scrittore che è innanzi tutto uomo, “uno di noi”, figlio del pianeta Terra. Parto di un tempo che non è questo, ma che poi lo è per trasposizione d’intenti. Uomo del futuro in quanto non appartenuto al passato sordo da cui ha sempre preso le distanze. Visionario, sì certo! Ma chi non lo è, in fondo?
Il libro è stato effettivamente disponibile a partire dal 9 Aprile 2020. Doveva essere prima, poi il Covid-19 ci ha messo lo zampino. Ma alla fine è arrivato. E non sono serviti i guanti di gomma per maneggiarlo. Tenete d’occhio il sito de L’ippocampo Editore di Milano per altre novità sul tema.
Consigli per il collezionista delle rarità di Orwell
Sensazionale prima edizione ucraina, una delle prime traduzioni mai realizzate di una delle opere più importanti del ‘900: Kolgosp tvarin [fattoria degli animali], di George Orwell (Neu-Ulm?, Prometheus, 1947). Si tratta di un rarissimo esemplare di un’edizione Dipiana (Di-Pi Editions). Le Edizioni Dipiane sono un fenomeno degli anni che vanno dal 1944 al 1951 e riguarda gli sfollati cittadini sovietici ostili al regime di Stalin – scacciati dalle loro case – che si erano riversati nei paesi limitrofi, segnatamente in Germania. I libri prodotti in quei campi profughi (dei veri e propri villaggi) – anche se ovviamente stampati altrove – sono oggi di fatto rarissimi perché alla chiusura dei campi venivano gettati via per non appesantire o rubare spazio prezioso al limitato bagaglio dei profughi in partenza per i loro paesi di destinazione.Segnatamente all’Italia, naturalmente, c’è la prima edizione Mondadori, uscita nella collana Medusa, nel 1947. Sempre difficile da localizzare, specialmente in ottime condizioni. Al momento su eBay non c’è una copia in perfetto stato in vendita.
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)
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9788867224982 Pierre Christin Orwell L'Ippocampo
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