Esce il 12° (dodicesimo) libretto delle cosiddette collanine delle Edizioni SO, dedicate a chi non vuol dimenticare piccole ma importanti avventure editoriali che hanno contraddistinto il cammino della nostra cultura di carta nel XX secolo, con qualche futura incursione anche nel XXI.
Il nostro autore primigenio, Carlo Ottone, ci racconta una storia a metà tra Beat e grafica d’autore, quella di Pianeta Fresco e delle Edizioni East 128. Sul finire degli impetuosi, dissacranti ma geniali anni ’60.
Dalla scheda editoriale:
In California, a Palo Alto, nacquero le edizioni East 128, dal numero della stanza in cui era ricoverato Ettore Sottsass, per una nefrite, con Fernanda “Nanda” Pivano a fargli da infermiera, il duo per far passare il tempo decisero di “pubblicare” una rivista La East 128 Chronicle, una self rivista fatta di collage con quanto trovarono (scatole di medicinale, ritagli di giornali, bollettini medici…).
Al rientro a Milano decisero di continuare la East 128 pubblicando dei libri in cui la grafica di Sottsass era il segno distintivo di queste pubblicazioni che avvenne dal 1963 al 1969. Il sodalizio umano e intellettuale, oltre ai libri, pubblicò Pianeta Fresco, una rivista unica nel panorama editoriale di quegli anni, in cui la cultura italiana era ingessata e asfittica. Pianeta Fresco fu un’esplosione di colori, d’innovazioni grafiche, di articoli che aprivano nuovi orizzonti, nuove speranze, fece conoscere la cultura beat e quanto stava accadendo oltre oceano; la grafica era affidata al Capo dei Giardini (Sottsass), mentre direttore irresponsabile era Allen Ginsberg, la Nanda, per la legge italiana, era il direttore responsabile.
Due numeri, inverno 1967 e il numero 2/3 nei primi mesi del 1968. Una pubblicazione che non incontrò il favore della critica ufficiale, che non gradì quel tipo di pubblicazione che usciva dagli schemi della cultura ufficiale, proponendo un’altra cultura, ed anche sul piano formale perché la grafica, l’impaginazione era nuova, cambiava l’impostazione statica delle tipografia, rimasta ferma ai tempi di Gutenberg; una rivista da vedere con gli occhi e con la mente (open your mind). Il trio di Pianeta Fresco era avanti con i tempi, e infatti il ’68, portatore di nuove idee, non capì la rivista, che chiuse dopo i due numeri pubblicati nel breve lasso di tempo. Ma dopo Mar(x)zo Aprile, furono i giornali del movimento del ’77 a raccogliere l’eredità e l’insegnamento di Pianeta Fresco.
Abbiamo ritenuto giusto e opportuno proporre questa storia che, riteniamo, ancora oggi ha il suo valore, oggi dove la cultura è una landa deserta fatta di conformismo e da conformisti dell’anticonformismo.Pianeta Fresco fu un’esperienza sensoriale: Turn on, turn in and drop out (accenditi, sintonizzati e esci).
Disponibilità del libro (sempre aggiornato)
Pianeta Fresco: Edizioni East 128 in Milano 1963-1969, di Carlo Ottone (Edizioni SO, aprile 2023)
Nuovo Formato: 14,2 x 22,2 cm; copertina rigida; 97 pp + indici.; immagini a colori.
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