Topolone uno e Topolone due
di Domenico Cammarota
Topolone fu pubblicato a Napoli nel 1929 dalla famosa Libreria del ‘900, fondata da Ugo Arcuno (leader comunista e amico di Lenin) e dall’avvocato Salvatore Mastellone. Questa casa editrice ha pubblicato solo una manciata di libri, tra cui la prima edizione di Isola di Alfonso Gatto, prima di dichiarare bancarotta. La seconda edizione di Topolone esce nel dicembre 1950, sotto la nuova insegna della Mastellone Editore, dopo che Mastellone si era trasferito a Milano a seguito della seconda guerra mondiale, dove apre una libreria e avvia una nuova attività editoriale, producendo una ventina di titoli negli anni ’50. La sua pubblicazione più ricercata rimane la biografia di Picasso scritta da Jaime Sabartes.
Mentre la prima edizione di Topolone presenta 50 illustrazioni di Costantino Capasso, la seconda edizione, uscita nel 1950, ne presenta solo 30. Entrambe le edizioni sono incredibilmente rare, con solo due copie di ciascuna detenute dal catalogo dell’Unione Italiana (ICCU). Particolarmente ricercata è la prima edizione, pubblicata nel 1929, disponibile solo presso la Biblioteca Mario Gromo del Museo del Cinema di Torino e presso la sezione di letteratura per ragazzi del Centro APICE di Milano. Non ci risulta che siano disponibili copie nelle biblioteche di Napoli.
Roberto Minervini, l’autore di Topolone, nacque a Napoli nel 1900 e vi morì nel 1962. La sua attività di giornalista, drammaturgo e regista teatrale rimane in gran parte dimenticata. Tuttavia, ha collaborato con autori affermati come Petrolini, A.G. Bragaglia e Dino Risi, tra gli altri.
È importante notare che Topolone ha poco o nulla a che fare con il famoso personaggio dei fumetti di Topolino creato da Floyd Gottfredson (1905-1986), mentre va segnalato che il gatto che appare a destra sulla copertina della prima edizione sembra in tutto e per tutto il Felix the Cat di Pat Sullivan.
Il “padre” di tutte le pubblicazioni disneyane
Scavando in vecchie pagine di siti di collezionisti di fumetti, ho scoperto che negli anni addietro si sono materializzate almeno due altre copie di Topolone: una comprata da un collezionista Disneyano nel 2012 su Ebay per 12 euro, e questi non sapeva che cosa fosse, e lo scambiò per un prodotto anni ’50, nato ad imitazione del “Topolino” libretto; e un’altra copia venduta ad un’asta nel 2019, per 700 euro. Quest’ultima copia aveva però una dedica autografa: “Ad Antonio R. nel Natale del 1929“, firmata dal disegnatore Costantino Capasso… E questo Antonio R. potrebbe essere il famoso disegnatore Antonio Rubino, dato che Capasso era il suo collaboratore nelle tavole che Rubino pubblicava su “Il Balilla” e sul supplemento della “Gazzetta del Popolo“! E su tale supplemento, nel 1930 cominciarono a uscire le prime strisce (non autorizzate) proprio di Topolino, evidentemente battezzato così proprio da Rubino, sulla scorta dell’esempio del Topolone inviatogli dal suo collaboratore Capasso! Di conseguenza, il libro di Topolone è in assoluto il padre, se non il nonno, di tutte le pubblicazioni disneyane e paradisneyane che poi uscirono in Italia…
Il commento del cacciatore di libri: e poi c’è Rosicchio!
Tratto dal mio diario segreto: (…) in questi giorni mi sto occupando di plagi. Casualità vuole che noti un libricino delle Edizioni Omnia di Milano datato 1935: La grande avventura di Rosicchio, Per la serie “Le più belle fiabe”. Quella di Rosicchio è la numero 29. Ma appena guardo Rosicchio in copertina non posso fare a meno di pensare a Mickey Mouse di Walt Disney. Certo, la somiglianza non è perfetta però anche Rosicchio è un topo che cammina, cioè antropomorfo, come Topolino. Tutto nero, che veste pantaloni rossi, scarpe e guanti sempre come Topolino. Il disegno in copertina e siglato Zam. Dovrebbe trattarsi di Guido Zamperoni (1912-2003), fumettista milanese di chiara fama in quegli anni.
L’episodio mi cala nella mentalità del tempo, o per meglio dire nell’impellenza di quel periodo ben preciso della nostra storia. la voglia di stupire dei nostri disegnatori li faceva magari appoggiare a suggestioni d’oltreoceano per poi ricavarne versioni assolutamente autarchiche. Mickey Mouse era infatti nato nel 1928, pochi anni prima. Difficile fare ipotesi, l’errore è sempre in agguato quando ci si spinge fuori dal proprio terreno di competenza. e il fumetto è campo altrui, per quanto mi riguarda. Preferisco astenermi da ogni commento in merito e lasciare il giudizio a chi sa. Voglio però precisare che il libricino che segnalo non è un fumetto, ci sono 16 paginette con una bellissima fiaba per bambini e anche due illustrazioni in bianco e nero.
Disponibilità dei libri citati (sempre aggiornato)