Tanti pseudonimi, un nome solo: Raoul Vaneigem
Segnalo oggi una rara pubblicazione di anarchismo di Raoul Vaneigem del 1978 con traduzione di Alfredo Maria Bonanno; c’è una ristampa del 2009, ancora reperibile su Comprovendolibri.
Il lungo titolo così recita: Contributi alla lotta rivoluzionaria destinati ad essere discussi, corretti e principalmente messi in pratica senza perdere tempo, di Ratgeb (ma Raoul Vaneigem) (Catania, Edizioni di Anarchismo, 1978).
Nella galleria fotografica che segue, oltre alla copertina, è possibile vedere il colophon:
Chi è l’autore
Raoul Vaneigem (nato nel 1934) è uno scrittore belga il cui nome è legato allo sviluppo dell’Internazionale Situazionista. La sua produzione è vastissima. Come giustamente scrive l’estensore della bibliografia nella pagina Wikipedia che lo riguarda:
“La bibliografia di Raoul Vaneigem non potrà mai essere completa, sia per la voluta abitudine di scrivere anonimamente o con fantasiosi pseudonimi (alcuni dei quali con nomi di donna), sia per il fatto che, per suo espresso principio, la maggior parte delle sue opere non è coperta da copyright ed è quindi di totale Pubblico dominio.
La frase tipica sulle pubblicazioni di Vaneigem è la seguente: Poiché persistiamo nella nostra inimicizia verso le regole della proprietà, ancorché intellettuale, questo testo non è sottoposto ad alcun copyright, sicché è riproducibile ovunque, anche senza citare la fonte. Anche per questo motivo è possibile scaricare integralmente diverse opere di Vaneigem da Internet, in francese o in traduzio ilne nelle principali lingue.”
Dall’introduzione della ristampa del 2009, scrive Alfredo Maria Bonanno:
Ci sono tanti modi di leggere questo libretto, ogni lettore se ne deve inventare uno, uno che gli aggrada e che gli apra le porte di un “mondo nuovo”. In effetti è questo lo scopo del suo autore. Non una guida pedissequa e noiosa, ma un continuo ribollire di proposte, alcune perfino paradossali – almeno ad una prima lettura – ma che ben presto si rivelano del tutto logiche, bene inserite in un contesto che, come si potrà constatare, non perde un colpo. Si può dire che questo testo parla da solo, che non ha bisogno di assistenza introduttiva, ed è questo uno dei motivi che mi spinsero a non proporre nessuna nota per la prima edizione italiana, uscita nell’ormai lontano 1978, sempre con le Edizioni Anarchismo. In fondo lo stesso voglio fare adesso. Solo poche righe. Distruzione del lavoro, distruzione della merce, sabotaggio e saccheggio, scioperi selvaggi e occupazione delle realtà produttive, dono e distruzione della merce. E poi, senza riprendere fiato, domande: che farsene dell’organizzazione? Della merce? Della produzione autogestita? Non è un condensato di sogni utopici, ma una proposta concreta. Quante occasioni ci siamo lasciati scorrere fra le mani come acqua fresca? Di certo molte.
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[Si ringrazia R. G. di Milano per la prima segnalazione]