"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

 

Canta il tuo carme, plastica!

 

di Carlo Ottone

 

Alla fine degli anni ottanta del secolo scorso la Montedison (Raoul Gardini) lanciò sul mercato il MaterBi (Mater dal latino madre e Bi da Bios, vita), un tipo di bioplastica biodegradabile ricavata dall’amido di mais. Per far conoscere il prodotto, d’accordo con la Disney, allegato a Topolino numero 1754 del 5 luglio 1989, e nei numeri successivi, i lettori trovarono i pezzi per assemblare un orologio prodotto con questo materiale innovativo.

A partire dal numero 1807, dell’11 luglio 1990, del settimanale, in allegato i lettori poterono addirittura trovare i componenti per assemblare una macchina fotografica funzionante.

Per lanciare il MaterBi già qualche anno prima la Montedison, progetto cultura, aveva commissionato all’editore Scheiwiller un libro con il poema Le chant du Styrène di Raymond Queneau.

L’editore milanese pubblicò la traduzione del poema di Queneau con il titolo La canzone del polistirene nel Novembre 1985, traduzione affidata a Italo Calvino, questo fu l’ultimo lavoro di Calvino prima della sua scomparsa. L’edizione era in Folio, composta di sei quartini in folio e da un’acquaforte originale di Fausto Melotti; dal colophon:

Questa edizione fuori commercio a cura di Vanni Scheiwiller è stata stampata per conto della Montedison di Milano da Giorgio Lucini. L’acquaforte originale di Fausto Melotti, firmata dall’artista, è stata impressa al torchio a mano di Franco Sciardelli, Milano. Sono stati tirati novantacinque esemplari numerati da 1 a 99 con l’acquaforte originale, più venti per i collaboratori numerati da I a XX. Oltre all’edizione originale sono state tirate tremila copie in formato minore e con l’acquaforte riprodotta.

Le chant du Styrène era stato scritto da Queneau, nel 1957, come lavoro su commissione per servire da commento parlato ad un cortometraggio di Alain Resnais (1958) sulla produzione del polistirene.

Calvino – scrive Vanni Scheiwiller nella presentazione – […] Quando gli proposi di tradurre Le chant du Styrène per una strenna fuori commercio per la Montedison […] Non seppe dire di no al suo grande amore per l’opera di Queneau anche se il lavoro gli riuscì faticosissimo.

Calvino si fece aiutare nella traduzione da Primo Levi, in una lettera, riprodotta, datata 10 agosto 1985 chiedeva a Levi un favore:

[…] E anche stavolta si tratta di Queneau, per il quale avrei […] Bisogno del tuo gentile e competente aiuto […] Ho accettato e ho provato (a tradurre), ma per riuscirvi dovrei sapere un po’ di più sulla fabbricazione degli oggetti in plastica e soprattutto disporre di terminologia tecnica italiana. C’è tutta una parte di cui non capisco niente […]

Calvino si rivolge a Levi in quanto chimico il quale lo aiuta nella traduzione, ne dà notizia lo stesso Calvino in una lettera del 23 agosto all’editore:

La traduzione del Le chant du Styrène è fatta – almeno in una prima stesura – e viene molto divertente, tutta in alessandrini italiani di 14 sillabe (doppio settenario) a rime baciate come l’originale: un tour-de-force che fino all’ultimo non sapevo se mi sarebbe riuscito. Ma molti versi saranno da rifare perché non dispongo […] di nessun testo che mi spieghi le fasi della fabbricazione della plastica e mi fornisca la terminologia tecnica italiana. Insomma, non posso dire di aver capito tutto quello che dice Queneau, spesso in modo allusivo […] L’ideale sarebbe trovare un ingegnere della plastica capace di entrare nello spirito di Queneau e di spiegarmi i punti oscuri, ma non so se si trovi. Naturalmente ho pensato a Primo Levi e gli ho mandato testo e traduzione; mi ha telefonato subito molto divertito e non ha trovato niente da ridire dal punto di vista chimico, ma per la parte meccanica e relativa terminologia ha potuto risolvere solo alcuni dei miei dubbi perché questo non è il suo ramo […].

Ma questa è poesia industriale.

 

 

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