"Avete fatto caso che gli unici roghi della storia riguardano libri e streghe?"

 

Come è nato il mito di questo libro

La distruzione di Dante Virgili. In tema di “pazzi di Hitler” mi voglio addentrare in un microcosmo ideale, quello generato da Dante Virgili. Nel 1970 Mondadori fa uscire un romanzo che, cosa non rara per chi si occupa di letteratura, all’epoca passò decisamente inosservato. Si intitola: La distruzione, a firma di un certo Dante Virgili. Fino al 2005, quando ne parlai ampiamente in A caccia di libri proibiti, a cui le presenti note per gran parte si riferiscono – il libro era pressoché scomparso. Salvo, dopo la mia segnalazione, tornare in auge negli ultimi dieci anni (segnatamente dal 2010 in poi), quando vari cacciatori di libri lo hanno cercato per mari e per monti, rastrellandone alcune copie che fanno oggi bella mostra di sé nelle bacheche dei principali portali di vendita, in particolare eBay, a prezzi mediamente sostenuti.

 

Quando c’è di mezzo Hitler l’attenzione è assicurata

Ma andiamo a vedere che cos’è e di che cosa tratta il libro. È un romanzo nazista, come lo hanno definito? È un romanzo visionario, che riecheggia un mondo alla L’uomo nell’alto castello di Philip K. Dick? Diciamo che è questo e anche molto altro. Certo, l’encomio verso le pratiche naziste e verso Hitler, non è un elemento che rassicuri la critica, anzi.  Nel romanzo in questione, dall’ambientazione, ai dialoghi, tutto appare assolutamente fuori da ogni rango. Non c’è da meravigliarsi, perciò, che a quei tempi un fenomeno del genere abbia faticato a imporsi come letteratura. Anche perché, o ti chiami Philip K. Dick, o certe cose non te le puoi permettere senza poi pagarne lo scotto. Che è il prezzo della letteratura, se vogliamo. Già, ma che cos’è in fondo la letteratura?

 

Ma la vera “star” è l’autore

C’è perfino un passo dove si profetizza un possibile attacco aereo alle Twin Towers di New York (appena costruite). Ma per conoscere la storia di questo enigmatico autore e la genesi del suo romanzo maledetto bisogna prima leggere il saggio di Antonio Franchini, Cronaca della fine (Venezia, Marsilio, 2003). La prima cosa che si impara, prima di andare avanti, è che il nome dell’autore, quel poco probabile Dante Virgili, è in realtà un nome vero e non un banale pseudonimo quale apparirebbe alla prima impressione. Poi c’è il romanzo. Una storia allucinante, a tratti perfino sordida. Condita di tutto il delirio di chi vuole la distruzione del mondo. Ma ecco che di colpo il romanzo va a finire in un angolo, perché la figura di gran lunga più interessante non è il simulacro informe di Hitler come ci appare nel racconto, ma Dante Virgili stesso. Uomo sfuggente, non convenzionale (a dir poco), anima inquieta. Fece il correttore di bozze al quotidiano Roma di Napoli.

Cos’altro sappiamo di lui? Bolognese, nato nel 1928 e morto nel 1992. Poi? Che scrisse romanzetti d’avventura per tirare avanti, pubblicati da piccole case. Ne ho trovati diversi durante gli anni. Tutti o quasi a firma di Dean Blackmoore. E questo sì che è uno pseudonimo! Ne cito qualcuno, senza caratteristiche di merito o priorità.

Per esempio, Buffalo Bill l’invincibile (Bologna, Capitol, 1962) e Buffalo Bill tra i guerrieri indiani (stesso editore ma 1963). Ma ce ne saranno a decine. Ho notato che lo pseudonimo ebbe una certa diffusione all’estero, per esempio in Olanda e in Germania, dove ogni tanto ci si imbatte in qualche suo libro. Ho visto in vendita Buffal Bill op het oorlogspad  trad. (“Buffalo Bill sul sentiero di guerra”) e Das Geheimnis des schwarzen Wolfes (trad. “Il segreto del lupo nero”).
C’è ancora un pubblico affezionato a queste storie western, un po’ ingenue ma di certo rassicuranti e nostalgiche di un tempo che non può più tornare. Come se ci fosse un tempo passato, vicino o lontano che sia, che possa tornare…

Da giovane Virgili fu in Germania al seguito del padre, apprese il tedesco e compì le prime esperienze di vita. Il resto sono solo frammenti che anche Franchini ha faticato a mettere assieme.
L’editore Pequod  di Ancona ha dato alle stampe nel febbraio del 2008, Metodo della sopravvivenza, un inedito che Mondadori, per decisione dello stesso Franchini, editor della casa di Segrate, aveva rifiutato vent’anni dopo l’uscita de La distruzione. Il romanzo si svolge in una schizofrenica Milano dell’estate 1990. Le atmosfere sembrano però quelle di vent’anni prima:

“Gisella, ho sentito come un boato. Forse abbiamo segnato! Ti lascio. Oddio, la cagnara notturna, der nächtliche Krach. Sì, Schillaci ha segnato, a quanto ho capito. Poi dopo il pareggio un certo Donadoni ha fallito il rigore e a Napoli la festa è finita. Male. Ora la notte estiva è silenziosa e asciutta. O bagnata dalle lacrime dei miei compatrioti”.

 

Tutte le edizioni de “La distruzione”

Come detto, la prima edizione de La distruzione di Dante Virgili è quella di Mondadori del 1970. Per oltre trent’anni il libro non viene ristampato. Fino al 2003, quando ne esce una seconda edizione per conto di Pequod di Ancona. L’ultima edizione è dell’editore Il Saggiatore di Milano nel 2016.

Nel frattempo c’era stata una interessante riedizione privata, nel maggio del 2015, per conto di Off Topic, a seguito di una raccolta fondi e di una sottoscrizione privata. Ne sono state stampate cento copie numerate ed intestate ad personam, in una semplice brossura. Alla fine del volume sono elencati i contributori. Tra di loro molti giornalisti, blogger, venditori di eBay, librai, collezionisti, autori. Fra tutte le edizioni si tratta di quella che, con il tempo, si farà davvero introvabile essendo la tiratura particolarmente bassa.

Tutte e quattro le edizioni sono al momento presenti in vendita su Ebay, a valutazioni diverse. Vediamo quali sono le migliori occasioni per un acquisto, consigliate a chi fosse ancora a digiuno di questo libro – uno degli irrinunciabili rari dell’era di Internet.

 

 

Disponibilità delle edizioni citate (sempre aggiornato)

 

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LA DISTRUZIONE (Dante Virgili) Mondadori 1970 *1EDIZIONE*

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LA DISTRUZIONE di Dante Virgili 1° ed. PeQuod 2003

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